Danni da gelate e risarcimenti: il caso approda alla Camera dei Deputati
Fratelli d'Italia, su iniziativa della sua sezione provinciale di Sondrio, ha presentato un'interrogazione sugli indennizzi inadeguati ottenuti sin qui dagli agricoltori
Dopo le gelate tardive del 2021, che hanno provocato ingenti danni alle colture della provincia di Sondrio, gli agricoltori valtellinesi e valchiavennaschi si trovano a fare i conti con risarcimenti tardivi e anche inferiori agli importi realmente loro dovuti.
Una situazione evidenziata dall'assessore regionale all'agricoltura Fabio Rolfi e che ora approda anche alla Camera dei Deputati grazie a un'interrogazione a risposta scritta proposta dall'onorevole Maria Cristina Caretta (Fratelli d'Italia) su iniziativa della sezione della provincia di Sondrio del partito.
L'interrogazione
Ecco il testo completo dell'interrogazione:
premesso che: come noto, nel corso dell’anno 2021 numerose gelate hanno colpito le aziende agricole di varie Regioni italiane, causando gravi danni alle coltivazioni; nel caso della Lombardia, la Regione, sulla base dei dati raccolti dalle Province, ha segnalato un ammontare di danni per 41,8 milioni di euro, dei quali è stato riconosciuto un risarcimento equivalente a circa il 20% dei danni totali; le Province di Brescia, Cremona, Mantova, Pavia e Sondrio sono tra le più colpite per quanto riguarda le produzioni vegetali, e saranno risarcite al 22,5%; il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 rappresenta la normativa di riferimento per gli interventi a favore della ripresa delle attività produttive delle aziende agricole; il citato decreto legislativo all’articolo 5, comma 4-quinquies, prevede che l’entità dell’indennizzo sia ridotta del 50% nel caso in cui il beneficiario non disponga di idonea ed adeguata copertura assicurativa, penalizzando chi magari ha effettuato investimenti in strumentazioni quali reti antigrandine ed altri presidi di sicurezza per le proprie coltivazioni.
Considerando che tale riduzione del 50% agisce su un compenso di entità già fortemente contenuta dei rimborsi, nel caso di vari beneficiari il contributo arriva ad essere di ammontare del tutto irrilevante ed insufficiente per la tenuta dell’azienda agricola e la sua ripartenza economica; difficilmente chi ha richiesto impianti di protezione antigrandine ne richiederà altri, in quanto venduti in pacchetti “multirischio”, che non rispondono in modo ottimale alle nuove logiche di mercato per cui la gelata sta assumendo un ruolo preminente all’interno dei danni a scapito delle produzioni agricole; i pacchetti assicurativi, anche in riferimento alla protezione dal gelo, non rispondono in modo completo alle nuove richieste degli operatori agricoli, dovute principalmente ad un cambio di paradigma che ha portato ad un incremento dell’impatto e della frequenza delle gelate; la struttura del meccanismo indennitario prevede una segnalazione dei danni da parte delle Province alle Regioni e un ulteriore passaggio delle Regioni con le Amministrazioni centrali, da cui poi deriva l’ erogazione delle risorse a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale (FSN), di cui al citato decreto legislativo n. 104/2004; le risorse a disposizione delle Regioni per far fronte ad eventi catastrofali di tale gravità, sempre più frequenti, non sono sufficienti per compensare erogazioni di indennizzi tardivi ed insufficienti, men che meno nell’attuale scenario internazionale di rincaro delle materie prime in agricoltura e dei costi produttivi.
Le richieste
L'interrogazione presentata dall'onorevole Caretta, dunque si chiede se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se essi corrispondano al vero e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per incrementare la dotazione delle risorse destinate ad indennizzare gli agricoltori colpiti da catastrofi naturali quale quella di cui in premessa, anche tramite la creazione di un apposito fondo separato dal FSN.
Se intenda disporre una rimodulazione della riduzione del 50% per i beneficiari non assicurati in modo da garantire indennizzi in quantità adeguate alle emergenze subite dalle aziende agricole; se non ritenga opportuno operare, per quanto di competenza, per agevolare l’allineamento del mercato assicurativo alle effettive esigenze delle aziende agricole, conseguenti alla diffusione di gelate e fenomeni analoghi.