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Coldiretti, cosa c'entra l'Ucraina con gli allevamenti a rischio in Italia?

Il titolo di un comunicato di Coldiretti, preso alla lettera, fa pensare che l'associazione degli imprenditori agricoli colleghi le due cose. In realtà gli allevamenti sono a rischio (secondo Coldiretti) per un altro motivo. Ma allora perché quel titolo? Quando il presidente voleva la Russia in Europa

Che cosa c'entra l'Ucraina con il rischio chiusura per 21 mila allevamenti in Italia che fanno lavorare 150 mila persone (secondo un calcolo di Coldiretti)? Niente, ovviamente. Quegli allevamenti sono a rischio per la proposta della Commissione europea di equiparare le piccole stalle agli stabilimenti industriali in termini di emissioni inquinanti, come scrive la stessa associazione di imprenditori agricoli in un comunicato stampa. E allora perché il titolo del comunicato recita "Ucraina: Prandini (Coldiretti) a Draghi, 21 mila allevamenti a rischio"?

L'ufficio stampa di Coldiretti, sentito da MilanoToday, afferma che il titolo si riferisce al contesto di guerra, con l'aumento dei costi delle materie prime e anche dei prezzi al dettaglio. Come a dire: è già grave il contesto, non peggioriamo le cose. Coldiretti, infatti, secondo il comunicato, chiede di rivedere l'equiparazione "per non appesantire le condizioni degli allevamenti già toccati dall'insostenibile aumento dei costi provocati dalla guerra in Ucraina". Il collegamento è quindi soltanto indiretto. Ma la lettura del titolo porta a pensare che 21 mila allevamenti italiani siano a rischio per la guerra. E non è così.

"Russia in Europa per dare più forza all'Europa"

La posizione sull'Ucraina da parte del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, in precedenza presidente di Coldiretti Lombardia, del resto, è sempre stata chiara. Prandini si è più volte, e pubblicamente, espresso contro le sanzioni alla Russia per l'annessione della Crimea e, nel 2017, è anche intervenuto ad un convegno in regione Lombardia (erano i tempi delle mozioni "a favore della Russia") nel quale, davanti al vice console russo Platon Ratskevich, anche lui relatore, aveva auspicato che la Russia entrasse "nel contesto europeo per dare più forza all'Europa stessa". In quel convegno, altri relatori si erano espressi nel segno della sostanziale accettazione che la Crimea fosse ormai russa.

Tempi sicuramente passati di fronte ad una guerra che ha fatto cambiare idea a molti. Certo, fa un po' effetto leggere che la guerra diventa, per Prandini, "conflitto ucraino-russo", con l'Ucraina prima della Russia, e che, prendendo alla lettera il titolo del comunicato, l'Ucraina c'entri con 21 mila allevamenti a rischio in Italia.

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