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Modifiche sgradite / Berbenno di Valtellina

Berbenno, fa discutere il nuovo regolamento del consiglio comunale

Alla minoranza non piacciono le modifiche apportate, sia nella sostanza, sia nei modi in cui queste sono state ratificate. Le osservazioni del consigliere Stefano Bordoni

Fa discutere la modifica del Regolamento di funzionamento del consiglio comunale approvata a Berbenno lunedì, nel corso della seduta del consiglio comunale stesso. In particolare, la minoranza, informata della decisione di modificare il Regolamento con un'email del 5 maggio in cui era allegata anche la bozza delle modifiche, contesta proprio queste modifiche non solo nel contenuto, ma anche nella forma in cui sono avvenute.

La richiesta

A farsi portavoce delle istanze della minoranza, il consigliere Stefano Bordoni: "Vista la delicatezza dell'argomento, il gruppo di opposizione "Progetto sviluppo - meno tasse comunali" ha chiesto che la decisione di variare il Regolamento fosse discussa in Consiglio comunale, con contestuale individuazione degli aspetti "non chiari e critici" dell'attuale Regolamento. Il primo passo, la decisione di apportare modifiche allo strumento per il funzionamento del Consiglio comunale. Individuata la necessità di modificare il Regolamento vigente, la minoranza consiliare ha suggerito e richiesto la costituzione ad hoc di una Commissione consiliare. - ha spiegato Bordoni - La maggioranza ha ritenuto di procedere ignorando la richiesta e ha portato in Consiglio comunale il nuovo Regolamento unilateralmente preparato. E la minoranza ha manifestato la propria contrarietà sul nuovo Regolamento proposto".

Perdita di democrazia

A non convincere la minoranza, come detto, poi sono stati anche i contenuti delle modifiche apportate al regolamento di funzionamento del consiglio comunale di Berbenno: "Il nuovo Regolamento confezionato è una perdita di democrazia: riduce gli spazi di lavoro dei consiglieri comunali a favore di un accentramento di poteri sempre più nelle mani del sindaco. - ha proseguito Bordoni - Per non dire del metodo di lavoro scelto di "non coinvolgimento delle parti", rifiutando la proposta di istituzione di una Commissione consiliare. L'attuale amministrazione non ha mai istituito una Commissione consiliare di lavoro".

Le modifiche

"Secondo la maggioranza era troppo ampio/largo il tempo di convocazione del vecchio Regolamento: troppi tre giorni liberi tra l'invio di convocazione e lo svolgimento della seduta straordinaria. Con modifica, i giorni liberi sono stati ridotti a due soli. Con un'altra conseguenza, - ha sottolineato il consigliere di minoranza - e cioè che la convocazione avviene quasi sempre di venerdì, con i giorni liberi lasciati a disposizione dei consiglieri comunali per gli approfondimenti, che cadono di sabato e di domenica, quando gli uffici municipali sono chiusi. Ad uffici comunali chiusi, il lavoro di documentazione e di responsabile approfondimento da parte dei consiglieri comunali è certamente impedito".

"Altra conseguenza paradossale: - ancora Bordoni - il tempo utile per i consiglieri per presentare emendamenti alle proposte di deliberazioni iscritte all'ordine del giorno del Consiglio comunale. Sugli emendamenti deve essere consentita, nei due giorni antecedenti l'adunanza, l'acquisizione dei pareri di regolarità tecnica e contabile: un po' difficile acquisirli di sabato e di domenica, ad uffici chiusi"!

Non sono piaciute, infine, le modifiche del regolamento che attribuiscono al Presidente del consiglio poteri per il tumulto in aula e per la previsione di un comportamento del pubblico non consono al luogo; la norma, assolutistica secondo Bordoni e la minoranza, che attribuisce sempre al presidente del consiglio comunale la decisione di vietare o consentire le riprese video o audio della seduta ("Una norma che delegittima e avvilisce in materia il Consiglio comunale - sottolinea Bordoni); e il passaggio che modifica, con disparità sempre secondo la minoranza, il tempo per interrogazioni e interpellanze, visto che il tempo per illustrare l'interpellanza o l'interrogazione è cinque minuti, quello concesso al sindaco, o chi per esso, per replicare è di 10 minuti cioè il doppio.

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