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Forma e visione: il celebre fotografo Barbieri a Sondrio ospite degli architetti

Il maestro della "miniaturizzazione del paesaggio" in Valtellina per una conferenza

È con l'occhio attento di Olivo Barbieri che l'ordine degli architetti di Sondrio ha pensato di allargare l'orizzonte dei propri associati. Inserito nel ciclo di incontri “Interferenze” ed organizzato con l'obiettivo di indagare l’interconnessione fra l’architettura e le confinanti discipline delle arti visive, l'incontro con il celebre fotografo, antesignano della tecnica dello tlt-shift, è "andato in scena" nel tardo pomeriggio di mercoledì 29 marzo nel capoluogo.

"Finalmente usciamo da quelli che personalmente definisco 'anni bui', caratterizzati da bonus, ecobonus, 110% etc.. Torniamo a parlare di architettura e di come interferisce necessariamente con altre discipline, che hanno a che fare con la composizione, l'immagine, la cinematografia e la fotografia. Credo sia assolutamente necessario aprire un confronto tra le discipline. Con questi incontri vogliamo un po' stimolare i colleghi sull'aspetto creativo e compositivo", ha spiegato il presidente dell'ordine, Gianmatteo Romegialli.

"Quello con Barbieri è il primo appuntamento ad offrire uno sguardo laterale sul tema della visione. Tutti sappiamo come l'architettura contemporanea abbia ormai sconfinato ampiamente verso le arti visive. Si pensi ad esempio alle installazioni video ed alle installazioni ambientali, alla pop art e a tutta la carica di immaginario che ha dato all'architettura degli ultimi 30 anni. Per questo ci sembrava fondamentale capire come artisti, fotografi, scultori, registi e sceneggiatori, sono oggi influenzati dall'architettura, dal paesaggio costruito. Olivo Barbieri, secondo noi, è colui che ha saputo negli ultimi 25-30 anni interpretare al meglio l'ambiente antropizzato, quella che è la natura uscita dalla testa progettante degli uomini", ha aggiunto Leo Guerra, membro del consiglio dell'ordine.

La ricerca della forma

Modenese di Carpi, classe '54, Barbieri è partito fotografando Dolmen e menir. È tra studio e ricerca che via via ha costruito la sua visione. Scatti e prospettive, da terra come dal cielo, per evidenziare il costruito e la forma. "Quando scatto mi chiedo sempre come mai e perchè in quel modo è stata costruita la cosa che sto rappresentando. Negli anni ho fotografato con tecniche diverse, servendomi delle tecnologie nuove emerse via via: prima trasformando il mondo da un punto di vista visivo, come se fosse un plastico, un modello, poi addirittura andando ancora più indietro, fino al disegno ed al rendering, per rimettere in discussione un'opera, come fosse nuova", ha spiegato il fotografo, facendo riferimento al lavoro denominato "site specific_ 2003-2017".

Alcuni iconici scatti di Barbieri

INTERFERENZE - Olivo Barbieri - SONDRIO - 29 marzo 2023

Per fare ciò l'uomo nelle foto non compare, o per meglio dire, non conta. "Con i lavori miei voglio comunicare l'impronta mentale degli uomini che hanno vissuto in una certa epoca ed in un certo luogo attraverso quello che hanno costruito. Come se fosse una forma di scrittura. Gli uomini diventano soggetti di distrazione in quel tipo di fotografia". Barbieri è riconosciuto a livello internazionale per le sue serie fotografiche aeree, scattate da elicotteri e aerei ultraleggeri, che mostrano città e paesaggi urbani visti dall'alto. Il punto di vista insolito e la prospettiva inusuale creano un effetto di distorsione e astrazione delle forme, conferendo alle immagini un aspetto quasi astratto, da diorama. Nella sua carriera ha girato il mondo. Porta nel cuore la Cina, del quale si sente testimone degli anni dello sviluppo senza sosta, e nel cassetto ha il sogno di fotografare la Mecca durante le celebrazioni con migliaia di fedeli. 

Opere

Olivo Barbieri, appoggiandosi all’esposizione dei propri lavori in ambito artistico (proiezione di fotografie, opere di video-art e brani di film di cui é regista) tratti dal progetto generativo "site specific_ 2003-2017", mette in un ideale trialogo "Italian Quakes" del 2016 e il piú recente "American Monument". Con il progetto "site specific_" l’autore ha tentato la ridefinizione visiva della forma della città, della metropoli e della megalopoli contemporanea. Una forma, ottenuta per sottrazione di alcuni particolari come di interi campi prospettici, studiata a Shanghai, Las Vegas, Roma, Città del Messico, Bangkok e Istanbul.

Il racconto visivo di "ITALIAN QUAKES Gibellina and other diseases" comincia dopo il terremoto del Belice, passando per New Orleans fino ai terremoti dell’Emilia del 2012 e delle Marche del 2016. Luoghi che hanno subito forti cambiamenti e modificazioni in seguito a catastrofi naturali o economiche. Infine "American Monument" si occupa dei giganteschi parchi solari del deserto del Nevada e delle Donuts, grandi icone che punteggiano la topografia di Los Angeles come la recente sede "Infinite loop" di Apple a Cupertino.

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