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Sondrio, domenica l'inaugurazione della mostra fotografica "Through our eyes"

L'iniziativa sarà ospitata al Cast-Castello delle storie di montagna fino al prossimo 9 gennaio

Arriva anche a Sondrio la mostra fotografica "Through our eyes", organizzata nell'ambito del progetto "Still I rise": l'esposizione sarà organizzata al CAST-Castello delle storie di montagna domenica alle 15,30 e sarà visitabile, nella stessa sede, fino al prossimo 9 gennaio.

Il progetto

Il progetto fotografico ha vissuto una sua prima fase con le immagini e le testimonianze raccolte in Grecia, sull'isola di Samos ed è poi approdato in Siria nella città di Ad Dana, nel nord-ovest del Paese, a un'ora da Idlib: lì, otto studenti hanno partecipato da gennaio a giugno 2021 a un laboratorio di fotografia, sotto la guida di Mahmoud Faisal, fotografo siriano, in coordinamento con Nicoletta Novara, ideatrice della mostra.

Gli studenti, a Ma’an, il centro educativo avviato da Still I Rise nell’agosto 2020 e rivolto a bambini vulnerabili tra i 10 e 15 anni, negli scatti hanno immortalato le loro vite al limite, all’interno di tende gelide, sistematicamente inondate dalle piogge durante l’inverno e strette nella morsa di un caldo soffocante d’estate.

La mostra

Nelle fotografie dunque, i visitatori della mostra vedranno bambini che giocano nel fango, intrappolati in una vita che non lascia spazio all'innocenza. Bambini terrorizzati di dover passare tutta la loro vita in una tenda, in condizioni disumane, con la guerra come inossidabile compagna. Dalle foto degli studenti di Ma’an non traspare speranza per un futuro migliore. Nonostante il loro sguardo riveli un profondo senso poetico, appaiono rassegnati a dover convivere con una situazione terribile e difficilmente sanabile.

“Through Our Eyes” nasce come un Laboratorio di Fotografia che ha insegnato agli studenti come utilizzare la macchina fotografica in maniera semi professionale: esattamente come a Mazì a Samos, anche a Ma’an in Siria sono state consegnate alla fine del corso delle macchinette Kodak usa e getta, affinché potessero scattare istantanee della loro vita al di fuori della scuola.

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Le difficoltà e la censura

Tuttavia, i problemi logistici e tecnici sono stati notevoli e hanno rivelato la preoccupante censura che la popolazione siriana è costretta a subire. Non riuscendo a trovare macchinette fotografiche usa e getta nel territorio siriano, Still I Rise le ha comprate in Turchia per poi spedirle a Ma’an. Questo processo, apparentemente semplice, si è dovuto però scontrare con il sistematico sequestro del materiale fotografico al confine tra i due Paesi. Di fatto si impedisce alla popolazione di dotarsi del materiale tecnico necessario per documentare, registrare e denunciare quello che succede da più di 10 anni in Siria.

La storia si ripete, purtroppo. Fare fotografie o registrare video è vietato anche all’interno del campo profughi di Samos. Ed è sotto questa luce che Through Our Eyes assume un significato ancora più profondo e importante: un vero atto di ribellione contro tutte quelle restrizioni che vorrebbero mettere a tacere chi vuole denunciare la costante violazione dei diritti umani fondamentali.

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