"Giustizia senza sbarre: è possibile?": a Sondrio la presentazione del libro
"Se chiediamo a qualcuno – per esempio degli studenti – di disegnare la mappa di una città, molto difficilmente ci metteranno il carcere. L’ospedale, il tribunale, la scuola, il parco giochi, ma non il carcere. Perché il carcere non lo vediamo: fa parte dell’altrove, del diverso da noi. Del carcere al massimo vediamo la recinzione, il muro che lo separa totalmente da noi". È partendo da queste considerazioni che Cosima Buccoliero sviluppa, sulla base della sua ricca ed approfondita esperienza, la propria visione di un carcere “senza sbarre”. Questo il titolo, efficace e provocatorio, del libro redatto con la giornalista de Il sole 24 ore Serena Uccello, uscito pochi mesi fa per Einaudi.
Verrà presentato la sera di venerdì 30 settembre, alle 21, presso la Sala Besta della Banca Popolare di Sondrio.
"Sarà un’occasione preziosa - spiegano gli organizzatori dell’associazione Il richiamo del Jobél e della Fondazione Melazzini - per aprire uno squarcio in quel muro, così impenetrabile da diventare addirittura invisibile, e soprattutto per incontrare le persone che lì dietro sono rinchiuse; conoscere le loro sofferenze ed angosce, i sensi di colpa ed il vuoto di relazioni, le prospettive e le speranze che, ad onta di tutto, vengono, spesso purtroppo illusoriamente, nutrite.
"Con questo intendiamo favorire una presa di conoscenza e di coscienza; avviare una riflessione sulla funzione sociale della penalità, nella convinzione che una della principali e più drammatiche contraddizioni del carcere sia appunto la sua invisibilità, l’assoluta separatezza rispetto ad ogni altra dimensione della vita sociale. Come si può pensare di rieducare, e quindi reinserire, attraverso l’isolamento e la drastica rescissione di ogni relazione? Solitudine che spesso – troppo spesso – porta alla scelta estrema del suicidio: 62 dall’inizio dell’anno, 20 volte di più rispetto alla media della popolazione, uno recentemente anche a Sondrio".
Chi è Cosima Buccoliero?
Dopo esser stata una delle fondatrici dell’istituto di Bollate che poi ha diretto insieme all’istituto per minori Beccaria e, per un certo periodo, anche quello di Sondrio, attualmente ha la responsabilità del carcere di Torino, estremamente problematico. Per la sua estrema competenza e professionalità, esercitate con grande umanità e sensibilità – connubio del tutto eccezionale nell’ambito penitenziario - nel 2020 le è stato attribuito l’Ambrogino d’oro.
Serena Uccello, giornalista de Il sole 24 ore, si occupa da anni di giustizia e criminalità.