A Chiavenna lo spettacolo 'Restiamo umani, la vita di Vittorio Arrigoni'
Domenica 2 aprile l'associazione Restiamo Umani Valchiavenna promuove uno spettacolo teatrale a Chiavenna (Società Operaja, ore 21) incentrato sulla figura di Vittorio Arrigoni, giornalista freelance e cooperante in Palestina dove è stato ucciso nel 2011 a soli 35 anni.
All'evento aperto al pubblico seguiranno due repliche riservate agli studenti delle scuole superiori di Chiavenna (lunedì 3) che prevedono più di 360 presenze.
Chi è Vittorio Arrigoni?
Vittorio Arrigoni, soprannominato "Vik", nasce a Besana in Brianza il 4 febbraio 1975 e vive a Bulciago (Lc). Le sue prime esperienze come volontario si svolgono principalmente nei Paesi dell’Est europeo e nell’Africa sub sahariana con l’Ong IBO, Soci Costruttori e lo YAP (Youth Action for Peace). Nel 2002 raggiunge Gerusalemme Est per un primo campo di lavoro in Palestina e successivamente ritorna nei Territori Occupati dove, con altri compagni, inizia quella che diventerà la sua principale ragione di vita: la difesa dei diritti umani attraverso azioni pacifiche di interposizione, proteggendo i piccoli scolari davanti ai tank israeliani, i contadini nella raccolta delle olive, manifestando con i palestinesi contro il muro di separazione, aiutando gli anziani ad attraversare i check point.
Nel 2006 è in Congo, per le prime elezioni libere presidenziali dopo trent’anni, come Osservatore Internazionale con l’Associazione Beati i Costruttori di Pace di Padova accreditata dall’ONU e l’anno dopo è in Libano, nel campo profughi palestinesi di Beddawi. Messo sulla lista nera degli indesiderabili da Israele che gli impedisce l’ingresso alle frontiere, dopo due tentativi di ingresso nel 2005, dove viene picchiato e incarcerato, entra a Gaza via mare il 23 agosto 2008 con le navi Liberty e Free Gaza, che rompono il blocco via mare che dal 1967 Israele impone alla Striscia. Con gli internazionali rimasti, dell’International Solidarity Mouvement accompagna i pescatori in mare e i contadini nei campi perché la loro presenza sia da deterrente alle navi da guerra e ai cecchini sulle torrette.
Quando, il 27 dicembre 2008, Israele lancia l’operazione Piombo Fuso, Vittorio è l’unico italiano presente nella Striscia. E’ dappertutto: a raccogliere feriti, sulle ambulanze cecchinate, negli ospedali, ha visto morire gli amici e pianto le centinaia di bambini massacrati. Racconta i giorni della sanguinosa offensiva israeliana in articoli pubblicati da Il Manifesto, scritti in condizioni pressocchè impossibili. Raccolti in un libro “Gaza - Restiamo Umani”, i suoi racconti di Gaza sotto le bombe hanno permesso di conoscere cosa è accaduto veramente in quel lembo di terra palestinese. Vittorio è ritornato nella Striscia a marzo 2010. Con i compagni dell’ISM, continuando la sua missione di attivista per i diritti umani e di testimone, continuando a scriverne sul suo blog “Guerrilla Radio” e su PeaceReporter.