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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Natale “blindato”, ripercussioni pesanti per agriturismi e filiera made in Sondrio

Cerasa: «Gli agriturismi erano già pronti a ripartire con le prime prenotazioni, poi la doccia fredda»

L’addio al solo pranzo di Natale fuori casa che colpisce quasi 5 milioni di italiani è la punta dell’iceberg delle difficoltà provocate dalla chiusura forzata della ristorazione. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti sugli effetti dell’entrata in vigore del decreto anti-Covid di Natale che preclude per tutta la durata delle feste la possibilità di andare a mangiare nei 360mila locali della ristorazione presenti in Italia, tra cui gli oltre 1100 in provincia di Sondrio. L’impossibilità di mangiare fuori casa fa crollare drasticamente la spesa media degli italiani per i menu di Natale che si riduce del 31% e scende ad un valore di 82 euro per famiglia secondo l’indagine Coldiretti/Fondazione Divulga.

E’ preoccupato Angelo Cerasa, presidente dell’associazione agrituristica Terranostra, che riunisce le strutture di Sondrio iscritte a Coldiretti: «Ancora fino poco tempo fa fa, sembrava possibile, se non certo, il poter lavorare con le strutture operative a pranzo almeno in ambito comunale; poi, addirittura, era stata ventilato un eventuale allentamento della stretta, con il libero spostamento nei comuni vicini durante le feste. In molti avevano già prenotato il pranzo di Natale e già gli agriturismi, come i ristoranti, avevano avviato i lavori per poter riaprire. Poi la doccia fredda degli ultimi giorni, con l’annuncio della zona rossa o, comunque, di nuove chiusure pesanti».

Il territorio della provincia di Sondrio, per la sua vocazione turistica e agricola, è ancor più colpito al cuore dal provvedimento, che giunge nel momento clou della stagione invernale: «Il turismo è pressochè azzerato, gli impianti sciistici restano chiusi e, ora, salta anche la valvola di sfogo che, sotto le feste, consentiva una ristorazione di prossimità. Si tratta di una prova durissima, che mette sotto stress la capacità di resistenza di più comparti: gli effetti per gli agriturismi, peraltro, sono accentuati dato che, contemporaneamente, non riescono a smaltire ciò che l’azienda agricola cui sono collegati continua comunque a produrre. Ciò porta a moltiplicare, di fatto, le perdite. Va da sé, poi, che ad essere penalizzata è l’intera filiera agroalimentare: pensiamo alle cantine, che in questo momento hanno visto crollare i loro ordinativi, anche qui in uno dei momenti più importanti dell’anno come Natale e fine anno. E’ tutto il territorio a risentirne: in provincia di Sondrio ci sono 121 agriturismi, un numero molto grande se rapportato alle piccole dimensioni, per territorio e numero di abitanti, del nostro comprensorio. Nel Milanese, ad esempio, ce ne sono 133».

L’agricoltura e il settore agrituristico “stanno vivendo un anno molto pesante” 

Aggiunge il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini: «I limiti imposti per le festività di fine anno compromettono sul nascere la stagione invernale, così come il primo lockdown aveva, di fatto, azzoppato il turismo primaverile, a partire dalla Pasqua. Le ripercussioni gravano sull’intero contesto agricolo provinciale, che pure in questi mesi sta svolgendo un lavoro encomiabile per continuare a garantire i rifornimenti alimentari. I nostri mercati sono aperti, la gente può contare su Coldiretti e su un’agricoltura che davvero si sta mostrando amica ed alleata dell’intero Paese».

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