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I dati positivi di Coldiretti, in provincia di Sondrio 1 azienda agricola su 4 è gestita da under 35

Il presidente provinciale Marchesini: «I giovani stanno rivoluzionando il lavoro nei campi con attività multifunzionali come la trasformazione aziendale dei prodotti, la vendita diretta, le fattorie didattiche, le attività di alpeggio, oltre che la salvaguardia di mestieri e sapori, importante patrimonio culturale per Valtellina e Valchiavenna»

Superare la crisi significa “dare respiro e prospettive ai giovani, che mai come ora ripongono nell'agricoltura le loro speranze di lavoro e impresa”. Lo rimarca Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio, a commento dei dati (ricavati sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere) che indicano per il 2020 una crescita record (+14%) delle imprese agricole italiane condotte da under 35.

E' un trend positivo che si rintraccia anche sul territorio: il passaggio generazionale, ma anche il primo insediamento di nuove realtà agricole, porta l'agricoltura “made in Sondrio”, a poter contare su una quota di giovani capitani di impresa pari al 26% del totale, e le prospettive sono di ulteriore crescita.

Oltre un quarto delle imprese agricole di Valtellina e Valchiavenna è guidato da ragazzi under 35: un dato importante, che assicura un futuro a un settore chiave per il comprensorio. Altro dato importante: in provincia, il 22% delle giovani imprese è guidato da donne, anche in comparti multifunzionali come quello agrituristico o della didattica rurale. Ed è un'agricoltura che va preservata: rappresenta infatti un segmento decisivo per l'economia dei nostri territori e, al contempo, è un settore in grado di mettersi al servizio della società e del territorio, facendo sistema con attori diversi, come ad esempio il turismo.

“La presenza dei giovani – ha affermato il presidente Marchesini – sta rivoluzionando il lavoro nei campi, dove la maggioranza delle imprese under 35 operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche alle attività di alpeggio, con anche la salvaguardia di mestieri e sapori che rappresentano un'importante patrimonio culturale per Valtellina e Valchiavenna. Il tutto puntando, al contempo, sull'innovazione”.

L’agricoltura in provincia di Sondrio è un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale “e lo hanno capito per primi i giovani che stanno tornando nelle campagne; spesso però, le nuove generazioni sono costrette a confrontarsi con una burocrazia a volte impenetrabile. Ed è un gap che dobbiamo colmare, oggi più di prima: le campagne, infatti, possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere il percorso con idee innovative sia per chi vuole trovare un’occupazione, anche temporanea, nelle stalle o nei campi, sottolineando l’importanza di lavorare sull’integrazione tra scuola e mondo del lavoro”.

La disponibilità di risorse finanziarie adeguate “è il principale ostacolo allo sviluppo delle nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze e non possono contare sul patrimonio aziendale familiare. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, è importante sostenere il sogno imprenditoriale di una parte consistente della nostra generazione che, mai come adesso, vuole investire il proprio futuro nelle campagne apportando un grande contributo di innovazione in un settore che sta dimostrando tutta la sua strategicità per il Paese”.

L’agricoltura valtellinese e chiavennasca ha bisogno della nuova linfa che le giovani generazioni sanno portare grazie a idee innovative che nascono da esigenze e sperimentazioni per poi concretizzarsi in veri progetti: “Proprio per questo, anche alla luce della crisi causata dal Covid, sono fondamentali le misure a sostegno del mondo agricolo giovanile, motore della nostra economia, come la Pac ed il Psr, che danno la possibilità di realizzare le progettualità. E’ prioritario, però, sburocratizzare e snellire le procedure che ostacolano l’utilizzo delle risorse comunitarie” conclude il presidente Marchesini.

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