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Normativa da ripensare

Vino e rischi per la salute: "No a etichette allarmistiche sulle bottiglie"

Secondo Coldiretti Sondrio si tratterebbe di una scelta semplicistica e criminalizzante che vanificherebbe i buoni risultati ottenuti in termini di export e penalizzerebbe il settore già provato dal grande aumento dei costi di produzione

Etichette su cui vengono riportati i rischi per la salute di un eccessivo consumo di vino, così come accade per i pacchetti di sigarette: in Irlanda sono già realtà, presto potrebbero arrivare anche in Italia e nel resto d'Europa se arrivasse l'approvazione di un'apposita normativa a livello comunitario.

Una novità che potrebbe avere pesantissimi effetti sul settore vitivinicolo in provincia di Sondrio e in tutto il resto d'Italia se è vero che, come testimoniano i dati di un sondaggio promosso da Coldiretti quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle, per l'appunto, apposte sui pacchetti di sigarette.

E, dunque, proprio Coldiretti non ci sta: "L’autorizzazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario come il tentativo di escludere il vino, insieme a carne e salumi, dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti. Un approccio ideologico nei confronti di un alimento che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.C - sottolinea il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini -. Il dibattito su questo genere di indicazioni è iniziato nel 2021 quando la Commissione europea aveva discusso di introdurre nelle etichette delle bottiglie di alcolici delle avvertenze per la salute nell'ambito del cosiddetto "Cancer plan", oltre agli ingredienti dettagliati. Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Nel caso specifico è del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol".

L'export

Tra l'altro la misura rischierebbe di vanificare gli ottimi risultati ottenuti dal settore in Lombardia e provincia di Sondrio, nell'ambito dell'export: le esportazioni di vini lombardi sono infatti cresciute del 10% in un anno e su questo trend positivo influiscono anche le performance di vini di Valtellina e Valchiavenna come gli Sfursat e gli altri vini di punta a base di Nebbiolo/Chiavennasca.

Ecco perchè le nuove etichette allarmistiche rischierebbero di porre un freno a un settore importante, tra l'altro già gravato dall'aumento dei costi di produzione: secondo un'analisi sempre di Coldiretti, nei vigneti di Valtellina e Valchiavenna si registrano rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Una bottiglia di vetro costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%.

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