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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

La Borsa premia i dati dei primi 9 mesi del 2019 del Credito Valtellinese

I risultati consolidati al 30 settembre danno un utile netto in crescita a 33,4 milioni di euro, nel 2018 era di 11,4 milioni di euro. Registrato in Borsa un +3,43%

Il piano industriale approvato a giugno inizia a raccogliere i primi frutti, forte della considerevole riduzione di spesa per il personale e per i costi amministrativi. Il Consiglio di Amministrazione del Credito Valtellinese ha esaminato e approvato i risultati consolidati al 30 settembre 2019 che evidenziano un utile netto in crescita a 33,4 milioni di euro, rispetto ad un utile di 11,4 milioni di euro registrato nello stesso periodo del 2018.

Un dato riconosciuto e premiato dal mercato dove le azioni del Credito Valtellinese hanno toccato nella giornata di giovedì 7 novembre 2019 un +3,43%.

Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del FTSE Italia All-Share. Al momento, quindi, l'appeal degli investitori è rivolto con più decisione al gruppo bancario italiano rispetto all'indice di riferimento.

Allo stato attuale lo scenario di breve di Credito Valtellinese rileva una decisa salita con obiettivo individuato a 0,0668 Euro. In caso di momentanea correzione fisiologica il target più immediato è visto a quota 0,0653. Le attese sono tuttavia per un innalzamento della curva fino al top 0,0683.

I dati dei primi 9 mesi del 2019

Il risultato di gestione è balzato da 85,82 milioni a 136,54 milioni di euro (+59,1%). Al contrario, i proventi operativi si sono ridotti da 506,54 milioni a 485,06 milioni di euro (-4,2%). Il margine di interesse si è attestato a 262,86 milioni di euro, -4,3% rispetto ai 274,39 milioni dei primi nove mesi del 2018.

A fine settembre i crediti netti totali (includendo nell’aggregato i crediti rappresentati da titoli di debito) ammontavano a 19,7 miliardi di euro, in calo dell’8% rispetto al dato di fine 2018, principalmente in seguito al processo di riduzione del portafoglio titoli avviato da inizio anno il cui ammontare si è ridotto del 11,4%.

Alla stessa data i crediti deteriorati (al netto delle rettifiche di valore) erano pari a 778 milioni di euro, in calo del 10,7% rispetto al dato di inizio anno (871 milioni di euro). Sempre a fine settembre la copertura dei crediti deteriorati si attestava al 59,3% in crescita rispetto al 55,9% del 31 dicembre 2018.

Al 30 settembre le attività finanziarie erano pari a 6,4 miliardi di euro ed erano principalmente rappresentate da titoli di Stato italiani, che ammontavano a circa 4,8 miliardi di euro.

Sempre a fine settembre il patrimonio netto era pari a circa 1,64 miliardi di euro, mentre il Common Equity Tier 1 era pari al 19,2% (livello minimo SREP fissato all’8,25%), a fronte di attività di rischio ponderate per 9,6 miliardi di euro. Il Common Equity Tier 1 a regime era pari al 14,67%.

Il commento dell'Ad Lovaglio

«Nel terzo trimestre dell’anno abbiamo posto le basi per attuare nei tempi previsti il nostro piano industriale, raggiungendo al contempo i primi risultati tangibili. La nostra rete di filiali sul territorio è motivata e focalizzata sul rafforzamento dell’attività commerciale. Abbiamo lavorato per migliorare l’efficienza operativa, adottare una forte disciplina dei costi e garantire un’efficace capacità di gestione dei rischi. La riduzione dei costi e il miglioramento degli indici di rischiosità, oltre alla crescita degli impieghi alla clientela retail, iniziano ad essere già visibili nei risultati del periodo insieme a un significativo incremento della profittabilità rispetto allo scorso anno. La progressiva diminuzione dello stock di crediti in sofferenza si riflette anche in una più elevata solidità della banca, che ha raggiunto un livello di CET 1 fully loaded del 14,7%, posizionandosi tra gli istituti bancari più patrimonializzati. Tutto questo va di pari passo con una semplificazione dei processi e una più efficace allocazione delle risorse professionali interne alla banca», ha commentato Luigi Lovaglio, Amministratore Delegato di Creval. «Grazie agli elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati, saremo in grado di accelerare sul fronte della cessione degli NPL prevista dal piano, anche in anticipo rispetto al target di fine 2020».

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