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Martedì, 23 Aprile 2024
Questione aperta

Concessioni idroelettriche: "Gli enti locali rivendichino il loro ruolo e i loro diritti"

Dopo che, nonostante le promesse, non è stato indetto nessun bando per il rinnovo di quelle scadute, il locale "Gruppo di lavoro concessioni idroelettriche" sottolinea nuovamente l'importanza della "partita" per il territorio della provincia di Sondrio

Le promesse non si sono trasformate in fatti, nessun bando è stato indetto e così la questione relativa al rinnovo delle concessioni idroelettriche scadute dovrà essere affrontata dalla prossima giunta regionale. Tutto questo, però, secondo il Gruppo di lavoro “Concessione idroelettriche”-Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione Valtellina, Valchiavenna, presieduto da Renato Cardettini, deve avvenire con il protagonismo degli enti locali di Valtellina e Valchiavenna, che devono rivendicare il loro ruolo e i loro diritti in materia.

"Se vogliamo affrontare il tema delle concessioni di grande derivazione a scopo idroelettrico è necessario superare l’approccio dell’annuncio-propaganda e concentrarsi sui contenuti - esordiscono i componenti del comitato -. L’energia idroelettrica rappresenta una fonte importante con circa il 15% dell’energia totale prodotta a livello nazionale e la prima fonte rinnovabile con il 41% del totale. Oggi molte concessioni sono scadute e non rinnovate, i produttori continuano lo sfruttamento in regime temporaneo cercando di massimizzare gli utili a danno delle comunità locali (meno investimenti, meno manutenzioni, meno posti di lavoro)".

Promesse non mantenute

"La politica in questi anni ha fatto molte promesse ma nessun fatto concreto. Anche l’impegno, riproposto in piu’ occasioni da Regione Lombardia, di mettere a gara alcune grandi concessioni entro la fine del 2022 è stato puntualmente disatteso - così prosegue il ragionamento dei componenti del comitato -. E’ necessario andare al rinnovo delle concessioni scadute per ridefinire il modello di uso delle acque con più benefici per le comunità locali (investimenti, lavoro, manutenzione e sostenibilità ambientale) anche considerando i futuri impatti dei cambiamenti climatici. Bisogna riscrivere il patto con i territori montani, concessioni verso lo sviluppo territoriale sostenibile. La Lombardia non ha fatto i rinnovi; ci sono però la legge regionale ed i regolamenti. Si può e si deve procedere subito ai rinnovi delle concessioni scadute. I regolamenti hanno le maglie larghe, la via preferenziale per i rinnovi è quella delle società pubblico-private da costituire su iniziativa della Regione e coinvolgimento delle comunità sede di impianto. Un modello da costruire migliorando l’esperienza delle province di Trento e Bolzano con le loro società miste".

Protagonismo locale

"E’ necessario coinvolgere i Comuni e gli enti locali. Mettere a disposizioni di tutti i portatori di interesse i rapporti di fine concessione per farli studiare a chi ci capisce - conclude il comitato -. I Comuni devono tirare fuori dai cassetti le vecchie convenzioni per rivendicare i diritti allora concessi che non possono andare persi con i rinnovi (rilasci garantiti di acque per usi agricoli e civici, energia gratis per le comunità). La Provincia deve svolgere il ruolo di capofila e garante, pretendere dalla Regione che la specificità montana si concretizzi in progetti reali di autonomia nella gestione delle proprie risorse. Oggi la ricchezza prodotta in montagna va ad ingrossare gli utili delle grandi società. Se gli enti locali non rivendicano la partecipazione attiva alla partita e non investono energie e tempo la situazione non potrà migliorare".

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