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Economia

Coldiretti Sondrio auspica un accordo sulla Politica agricola comune

La presidente provinciale Silvia Marchesini: "All'agricoltura della provincia di Sondrio servono certezze"

L'accordo sulla Pac (Politica agricola comune) è più che mai urgente: in ballo ci sono investimenti per circa 50 miliardi di euro per le aziende agricole italiane da qui al 2027.

Il negoziato sulla riforma proprio della Pac è stato invece rinviato e l'auspicio è che possa riprendere al più presto.

A caccia di certezze

“All’agricoltura della provincia di Sondrio, come per il resto d’Italia, servono certezze - commenta il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini. - Auspichiamo che, a tre anni dalla presentazione della proposta di riforma della Pac, si possa al più presto raggiungere un accordo necessario per garantire regole certe e stabilità agli agricoltori per i prossimi anni, in termini di investimenti e programmazione, soprattutto in un periodo di incertezza e difficoltà di mercato a causa della pandemia. Occorre arrivare al più presto a un accordo che tenga conto dell’obiettivo di sostenere adeguatamente i redditi degli agricoltori, premiare comportamenti virtuosi in coerenza anche con il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, di affrontare i danni provocati dai cambiamenti climatici, favorire il ritorno alla terra in atto nelle giovani generazioni e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e i requisiti sociali dei pertinenti contratti collettivi. La riforma della Pac potrà portare risultati tangibili solo si terrà ben presente l’impatto delle misure previste nella nuova Politica agricola rispetto alle azioni previste dalle Strategie europee della Farm to Fork e della Biodiversità”.

Scelte coraggiose per garantire la qualità dei prodotti

In questo senso Coldiretti, prosegue Marchesini continua a sostenere l’assoluta necessità che la Commissione fornisca uno studio di impatto cumulativo prima di avanzare proposte legislative ulteriori e che si compiano scelte coraggiose in termini di trasparenza per il consumatore, estendendo a tutti i prodotti l’obbligo dell’indicazione del paese d’origine e respingendo sistemi di etichettatura nutrizionali fuorvianti come il Nutriscore”.

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