rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
l'analisi

Salari più alti e valorizzazione delle risorse per combattere la mancanza di manodopera in Valchiavenna

La ricetta del Partito di Rifondazione comunista dopo il grido d'allarme lanciato dagli esponenti di vari enti pubblici della Valle del Mera

Dopo il grido d'allarme lanciato dal sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta e dal presidente della Comunità Montana della Valchiavenna Dario Trussoni sulle difficoltà delle imprese, degli esercizi commerciali e delle strutture ricettive della Valle del Mera nel trovare manodopera, soprattutto in vista della stagione estiva, a causa della concorrenza della vicina Svizzera, nel dibattito si inserisce il circolo della Valchiavenna del Partito di Rifondazione Comunista che auspica un deciso cambio di passo in merito ai salari offerti ai lavoratori e alla valorizzazione delle risorse disponibili per ovviare al problema che mette a rischio il tessuto produttivo locale.

Tante parole, pochi fatti

"Gli amministratori locali parlano di “troppa concorrenza dalla Svizzera” che, evidentemente, garantisce salari nettamente superiori rispetto a quelli offerti dalle apparentemente malmesse strutture produttive nostrane, incapaci di reggere la concorrenza grigionese. - esordiscono i rappresentanti del Partito di Rifondazione Comunista - Di fronte a queste affermazioni osserviamo che è bello esaltare le magnifiche sorti e progressive del “mercato” la domenica, salvo poi trovarsi sulle gazzette del lunedì a perorare l’italica causa degli “sgravi fiscali alle imprese”. Sul come affrontare la situazione i nostri amministratori sono tutti d’accordo, naturalmente, tanto poi gli sgravi li paga pantalone, cioè chi versa le tasse fino all’ultimo centesimo che in Italia sono principalmente i lavoratori dipendenti, i pensionati e gli autonomi onesti. Di zone economiche speciali per le province di confine si parla da anni, tra l’altro, sin da quando la Lega, partito di riferimento della politica locale, era al governo, ma una cosa sono gli annunci, un’altra i fatti".

Precarietà e salari troppo bassi

"Ma quali sono le ragioni che determinano l’assenza di manodopera? L’Italia è l’unico Paese della Comunità europea nel quale il livello delle retribuzioni reali è diminuito nell’ultimo trentennio, con la tristemente nota "via bassa alla decrescita dell’occupazione". Un Paese che paga sempre meno i propri lavoratori, puntando sempre più su settori produttivi maturi o di basso livello qualitativo e consentendo nel contempo una progressiva concentrazione delle ricchezze in poche mani. - spiegano gli esponenti del Prc locale - Per un valchiavennasco studiare all’università è impresa ardua e costosa, quando invece dovremmo puntare sulla costruzione di distretti della conoscenza e sviluppo di tecnologie legate al territorio. Se lo stesso giovane, invece di prendere la strada del Maloja decide di lavorare in una realtà italiana rischierebbe di vedersi proporre un primo contratto part time per 25 ore settimanali settore commerciale a 400 euro al mese. Recenti statistiche basate su dati Anpal dimostrano che in provincia di Sondrio solo un nuovo contratto su dieci è a tempo indeterminato. La precarietà è diffusa anche in quei settori che la politica locale definisce eccellenze, pensiamo all’ industria agroalimentare".

Miglior uso delle risorse

Quale soluzione, allora, per ovviare alla situazione e portare reali vantaggi alle imprese locali e ai lavoratori? "Le opportunità per fare crescere il capitale umano nelle aziende non mancano nelle zone di confine. Basti pensare ai progetti garantiti dagli Interreg e ai ristorni dei frontalieri. Ma in entrambi i casi, a nostro parere, gli investimenti di ingenti somme non sono finalizzati alla reale crescita del tessuto economico locale. Riteniamo inoltre fondamentale la creazione di un osservatorio sull’efficacia di tali progetti, per stimolare un utilizzo sempre più proficuo di tali fondi. Le aziende, insomma, devono investire in salari buoni anche perché dalla Svizzera non arriva solo l'insidia della “troppa concorrenza”, ma veri e propri fiumi di denaro di cui, naturalmente, nessuno dei “nostri” pensa di volersi privare. Pensiamo anche alla massa di denaro proveniente dalla spesa oltre confine che gli amici svizzeri continuano a fare, in misura cospicua, sul nostro territorio. - concludono i rappresentanti del Partito di Rifondazione Comunista - Possibile che, a fronte di questi flussi virtuosi, la politica locale, espressione degli interessi meno lungimiranti del padronato nostrano, sia solo in grado di lanciare strali contro i perfidi vicini di casa? Possibile che il nostro comprensorio non sappia valorizzare altrimenti le copiose risorse disponibili, rendendo reali i benefici anche per il capitale umano e, quindi, per i lavoratori? I vantaggi sarebbero evidenti anche per il mondo delle imprese. Tra l’altro, come sottolineato in più occasioni dalla politica e dal mondo delle imprese grigionesi,con i toni cordiali che caratterizzano la realtà dei nostri vicini, per le imprese della provincia di Sondrio la Svizzera rappresenta anche un’opportunità di lavoro, a volte fonte di problemi per le ditte elvetiche dovuti ai prezzi più bassi".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Salari più alti e valorizzazione delle risorse per combattere la mancanza di manodopera in Valchiavenna

SondrioToday è in caricamento