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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Allevamento di montagna, contributo regionale di 200mila euro

Apa, provincia e Coldiretti per garantire il futuro della zootecnia locale

Un progetto elaborato dall’Associazione Provinciale Allevatori in collaborazione con la Coldiretti provinciale per soddisfare i bisogni più evidenti del comparto zootecnico provinciale ma anche per prevenire emergenze future, l’impegno della Provincia, l’attenzione della Regione Lombardia. Grazie a questa unione d’intenti, in poche settimane, il ‘Progetto Allevamenti di Montagna’ è diventato realtà dopo che la richiesta di contributo avanzata dal vice presidente Borromini, in pochi giorni, ha ottenuto la risposta positiva del Consiglio regionale che, nella seduta di mercoledì scorso, ha deliberato un contributo di 200 mila euro a favore dell’Apa.

Per il settore zootecnico, afflitto dai problemi legati al progressivo incremento dei costi di gestione, che incidono ancora di più in montagna, si tratta di una salutare boccata d’ossigeno che conferma l’attenzione con cui la Regione Lombardia guarda alla provincia di Sondrio. «Il segnale più importante era stato, un anno e mezzo fa, esaudire la nostra richiesta di mantenere la delega all’agricoltura che nessun’altra Provincia oggi ha più - sottolinea il vice presidente Borromini -. Progettare e decidere sul territorio il futuro del comparto agricolo ci assicura un grande vantaggio: siamo noi, in prima persona, come ente pubblico, insieme ad associazioni e operatori, a valutare i problemi e a trovare le soluzioni più adatte. Il rapporto diretto con la Regione, con il governatore Roberto Maroni, il sottosegretario Ugo Parolo e, nella fattispecie, con gli assessori Massimo Garavaglia e Gianni Fava, che con regolarità viene in valle, ci ha consentito di ottenere importanti risultati, e non solo per l’agricoltura, a cominciare dai sette milioni di euro sul Piano di sviluppo locale ‘Valtellina, la valle dei sapori’ che è pronto a partire. Il contributo a sostegno del progetto dell’Api è l’ennesima conferma di come il dialogo e il confronto tra pubblico e privato consentano di raggiungere gli obiettivi prefissati».

«È con grande gioia e soddisfazione che condividiamo questo risultato - sottolinea il presidente Luca Della Bitta -: da molto tempo siamo impegnati per trovare una soluzione a questo problema nella convinzione che si tratti di un servizio fondamentale per il nostro territorio. Siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo solo grazie al lavoro di squadra di istituzioni e associazioni. È una grande vittoria. Il pensiero dunque va a ciascuna delle centinaia di aziende agricole della provincia di Sondrio che potranno continuare a contare su un'assistenza di qualità e su un servizio storico che potrà offrire supporto. Questo intende essere un segnale di grande attenzione al mondo dell'agricoltura del nostro territorio. Grazie alle associazioni di categoria e a Regione Lombardia per il prezioso contributo. Viva gli allevatori della provincia di Sondrio».

Il contesto provinciale. La zootecnia bovina da latte della montagna rappresenta il 25% per numero di allevamenti e il 4% per latte prodotto dell’intera Lombardia. Per produrre una tonnellata di latte sono necessarie 35,1 ore di lavoro in montagna mentre ne bastano 8,2 in pianura e il reddito netto per ora di lavoro è pari a 24,09 euro contro 6,22, ovviamente a favore della pianura. Svantaggi strutturali ai quali le aziende di montagna hanno supplito, in particolare negli ultimi anni, qualificando ulteriormente la loro attività grazie agli investimenti e all’ingresso di una nuova generazione di agricoltori specializzati, diplomati e laureati, che ha reinterpretato e adattato alle nuove esigenze la tradizione, apportando innovazione e migliorie sia nella coltivazione dei fondi e nell’allevamento del bestiame che nella produzione e nella commercializzazione dei prodotti. Delle oltre 600 aziende zootecniche attive in provincia di Sondrio, il 73% sono piccole o piccolissime, con stalle da una a 20 vacche, solo il restante 27% ne ha più di venti.


L'attività dell'Apa. L’Apa, attraverso la rete dei suoi 15 dipendenti, fra agronomi, veterinari e periti agrari, eroga servizi agli allevatori garantendo un supporto indispensabile per il mantenimento dell’attività zootecnica, sia in termini di conduzione delle aziende che di sicurezza alimentare e di qualità delle produzioni. Nel corso del 2016, ha effettuato centomila analisi sul latte, pari al 90% della produzione provinciale, oltre 800 tra analisi su alimenti, foraggi, acqua. Ha assistito quasi 600 aziende distribuite sull’intero territorio, da Madesimo a Livigno. I dati raccolti ed elaborati dall’Apa vengono utilizzati dagli stessi allevatori e dai portatori d’interesse per migliorare i processi legati alla selezione genetica, al benessere e alla salute degli animali, alla gestione dei reflui, alle certificazioni di qualità e alla sicurezza alimentare.


Il progetto "Allevamenti di montagna". Dal confronto tra Apa e Coldiretti si è sviluppata un’importante collaborazione che si concentra non soltanto sul presente ma che, soprattutto, guarda al futuro: le emergenze già affrontate e quelle che si potranno presentare, e possibilmente prevenire, attraverso la prestazione di servizi qualificati. Il ‘Progetto Allevamenti di Montagna’ è suddiviso in tre aree di intervento: assicurazione della qualità delle produzioni; ambiente; impresa. Ciascuna è declinata per obiettivi: miglioramento e mantenimento degli standard qualitativi su materia prima e prodotti finiti per la prima area d’intervento; corretto posizionamento dell’azienda nell’ambiente per la seconda; miglioramento delle capacità imprenditoriali allo scopo di ottimizzare l’utilizzo dei mezzi di produzione di aumentare il reddito per la terza.

«Auspico - conclude il vice presidente Borromini - che su questo progetto si possa costruire il futuro del comparto zootecnico provinciale che non riguarda soltanto gli agricoltori ma tutti i cittadini per il ruolo fondamentale che svolge nella tutela ambientale, culturale e paesaggistica. Il suo ridimensionamento avrebbe conseguenze devastanti».

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