rotate-mobile

Marco Alberti

Responsabile SondrioToday

Altro che cigni e aironi, la gita al Pian di Spagna è con vista spaccio

La compravendita di droga alla luce del sole dentro la Riserva Naturale è un pessimo biglietto da visita, specie se si fa una gita in famiglia

In occasione della Festa della Liberazione abbiamo portato i nostri figli nella Riserva Naturale Pian di Spagna-Lago di Mezzola. Quella che doveva essere la classica gita fuori porta in famiglia, alla ricerca di qualche animale selvatico da osservare, è diventata via via una triste passerella di uomini soli alla ricerca del venditore.

Cercavamo i cigni, gli aironi cinerini e le volpi ma abbiamo dovuto assistere ad uno spettacolo a tratti inquietante. Sul sentiero che costeggia l’Adda nel suo ultimo tratto valtellinese, prima di immettersi nel Lario, all’ombra del bosco primaverile (più sporco di rifiuti plastici di quanto ci si aspetterebbe all’interno di una riserva, va detto), siamo stati purtroppo spettatori di uno squallido commercio.

Il sistema di vendita è parso con tutta evidenza collaudato. Non è servito essere Sherlock Holmes per coglierne le dinamiche. A vendere la droga due soggetti, uno dedito alla consegna effettiva ed uno impegnato sia nel controllo del territorio, alla caccia di occhi indiscreti e mal voluti, sia nell’indirizzare gli acquirenti sul giusto sentiero.

In circa tre ore abbiamo incontrato, oltre a qualche birdwatcher, almeno cinque uomini, tutti solitari, circospetti ed italiani (esattamente come gli spacciatori), giunti in loco con l’obiettivo di comprare sostanze stupefacenti. Non un binocolo, non una macchina fotografica, non un andamento “escursionistico” alla ricerca del bello che la natura offre nel territorio paludoso a cavallo delle province di Sondrio, Lecco e Como. L’obiettivo di queste persone era molto chiaro: acquistare droga.

“Scusate dove si trova l’osservatorio?” ci ha domandato un acquirente mentre ci trovavamo sulla strada di ritorno. “Lì, poco più avanti, ad una cinquantina di metri” abbiamo risposto senza indugio io e mia moglie. In pochi secondi l’uomo ha raggiunto lo spacciatore, riparato nel fabbricato in legno costruito al limite di uno stagno per celare chi osserva gli uccelli della riserva, ha ritirato quando dovuto ed è immediatamente ritornato da dove era arrivato, accompagnato dal “palo”.

Scene inattese che non ci si aspetterebbe nell’area protetta costituita da Regione Lombardia nel 1983 “con la finalità di assicurare l’ambiente idoneo alla sosta e alla nidificazione dell’avifauna migratoria oltre che di tutelare e mantenere le caratteristiche naturali e paesaggistiche della zona classificata umida”.

Ho scoperto di non essere il primo a segnalare quanto purtroppo accade nel Pian di Spagna. Le forze dell’ordine e le istituzioni locali ne sono certamente al corrente. Già da qualche tempo si parla di “boschetto della droga” per quella zona laterale della riserva naturale utilizzata per lo spaccio. Nella giornata di martedì 26 aprile i carabinieri, proprio nell'area del Trivio di Fuentes, hanno arrestato un 50enne "per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti". Per lo stesso motivo un 65enne è stato denunciato in stato di libertà.

Il problema è quindi conosciuto e contrastato ma, ad oggi, evidentemente, questo non basta. Chi, come noi, giunge nell’area protetta nel territorio comunale di Gera Lario, magari per una semplice gita in famiglia nella natura, non può certo che trovarsi spiazzato. Il continuo via via di chi cerca droga è un pessimo biglietto da visita che merita di esser presto stracciato.

Si parla di

Altro che cigni e aironi, la gita al Pian di Spagna è con vista spaccio

SondrioToday è in caricamento