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Salvini contestato in Polonia con il marchio Iperal sulla giacca: la lettera di protesta

Angelo Costanzo, ex segretario provinciale e consigliere regionale del Partito Democratico, scrive a Antonio Tirelli: "Inelegante vedere quella giacca con il logo Iperal in un’occasione così drammatica, al confine di una guerra". Intanto Colmar e Audi si dissociano

Le immagini del leader della Lega Matteo Salvini contestato dal sindaco polacco di Przemysl hanno fatto il giro del web. Giunto in Polonia per dare diretta solidarietà ai profughi ucraini in fuga dalla guerra, il leader del Carroccio, con una teatrale dimostrazione del primo cittadino Wojciech Bakun, si è visto rinfacciare il suo passato da sostenitore di Putin.

Una scena che ha molto colpito l'opinione pubblica, in Italia come all'estero, "aggravata" dalla scelta, da parte di Salvini, di indossare la giacca dell'associazione benefica Cancro Primo Aiuto onlus, sponsorizzata da numerose realtà imprenditoriali lombarde e italiane. Tra queste anche la catena di grandi supermercati valtellinese Iperal. Numerose le polemiche per la scelta di esporre, in un contesto così delicato, i loghi di aziende estranee alla guerra, oltre che dell'associazione benefica, nata in Brianza e con forti legami con la Valtellina, dedita al sostegno dei malati oncologici.

Audi Italia e Colmar si dissociano

La prima a dissociarsi dall'accostamento con Matteo Salvini è stata l'azienda automobilistica Audi Italia. Già nella serata di martedì 8 marzo ha emesso una nota stampa per fare chiarezza. "In merito a quanto erroneamente evidenziato a mezzo social circa l’associazione del marchio Audi alle esternazioni, passate, presenti o future di una rappresentanza politica italiana, Audi Italia rimarca con fermezza la piena adesione alle regole di compliance del Gruppo Volkswagen che impediscono qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche. Audi Italia unitamente a Volkswagen Group Italia conferma inoltre la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma".

Poche ore dopo anche l'azienda di abiti sportivi Colmar, usando la stessa formula, ha voluto estraniarsi dalla vicenda. "In merito a quanto emerso a mezzo social circa l’associazione erronea del marchio Colmar alle esternazioni di una rappresentanza della politica italiana, Colmar rimarca la propria opposizione a qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche italiane ed estere e di qualsiasi loro esternazione passata, presente o futura. Colmar afferma la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma".

La richiesta a Iperal

Come si diceva, tra gli sponsor ben visibili sul petto di Matteo Salvini vi era anche Iperal. Sono numerosi i valtellinesi che in queste ore hanno espresso il loro disappunto. Tra questi Angelo Costanzo, già segretario provinciale e consigliere regionale del Partito Democratico, promotore della manifestazione pro-Ucraina andata in scena sabato 26 febbraio a Sondrio. È con una lettera indirizzata a Antonio Tirelli, presidente e amministratore delegato di Iperal, oltre che membro del cda di Cancro Primo Aiuto onlus, che Costanzo ha voluto rendere noto il proprio disappunto.

"La sua azienda rappresenta dal 1986 uno dei brand più diffusi in Valtellina nel settore commerciale e della grande distribuzione. Un’azienda che ha saputo creare con la sua attività un marchio riconosciuto e fortemente collegato al territorio. Un marchio che associato alle tradizioni del territorio alpino, rappresenta la provincia di Sondrio oltre i propri confini. Non le nascondo lo stupore nel vedere il logo Iperal tra i vari marchi che il segretario nazionale della Lega, On. Matteo Salvini, portava sulla giacca durante la conferenza stampa con il sindaco di Przemys in Polonia" scrive Costanzo rivolgendosi direttamente a Tirelli.

"Non credo che indossare quella giacca sia una svista, od un incidente di percorso, visto che il segretario della Lega è abituato ad associare felpe, cappelli, mascherine alla sua immagine e attività politica per trarne consenso. Premetto che non voglio entrare nel merito di quello che è accaduto se non con una battuta: “chi di felpa colpisce, di T-shirt subisce”. Consiglierei a Salvini di fare conferenze stampa con giacche anonime, senza sponsor commerciali, per non mettere in difficoltà le stesse aziende" continua Costanzo.

"Vedere quella giacca con il logo Iperal e anche gli altri loghi, in un’occasione così drammatica, al confine di una guerra, non mi è sembrato elegante. Non credo che Iperal abbia bisogno d’apparire in quel contesto per esprimere vicinanza e solidarietà alla popolazione ucraina. Credo non le sfugga che la visibilità del marchio della sua azienda, usato durante una conferenza stampa di un segretario nazionale di un partito, in una situazione così delicata dal punto di vista politico e umano, in uno scenario ai confini con la guerra tra la Russia e l’Ucraina, può generare stupore da parte di molti cittadini valtellinesi e valchiavennaschi fruitori dei servizi che Iperal eroga da anni in provincia" prosegue l'attivista politico.

"Proverei lo stesso stupore se fosse un altro segretario di partito a farlo. Presumo che la giacca indossata da Salvini sia frutto di una sponsorizzazione nobile da parte di Iperal sicuramente per iniziative attinenti ad altri contesti e ambiti solidaristici. Indossare quella giacca non è solo una questione di stile da parte di Salvini. Se si usa un marchio di una ditta, durante la promozione della propria attività politica, oltre ad essere un fattore pubblicitario, è innegabilmente anche un problema di relazioni commerciali e politiche. Auspico che la sua azienda non abbia dato l’assenso al segretario nazionale della lega ad una azione pubblicitaria del genere e che lei non la condivida. Nell’auspicio che lei prenda le distanze dall’uso del logo della sua azienda da attività di propaganda politica, colgo l’occasione per inviarle cordiali saluti" conclude Costanzo.

La replica di Iperal

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