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Giovedì, 25 Aprile 2024
dal carcere

Omicidio Laura Ziliani: anche la figlia maggiore ha confessato

La confessione di Silvia Zani 24 ore dopo quella del fidanzato lecchese. Confermato il movente economico dell'omicidio

Alla fine anche le figlie di Laura Ziliani hanno confessato di aver ucciso la madre. Dopo la confessione da parte di Mirto Milani, ecco arrivare, a 24 ore di distanza, quella della fidanzata, Silvia Zani, figlia maggiore della vittima. Anche la 27enne, durante l'interrogatorio avvenuto nel carcere di Verziano (Brescia) - dove si trova dallo scorso 24 settembre - ha ammesso di aver ucciso sua madre, Laura Ziliani.

La giovane donna avrebbe anche confermato la ragione che avrebbe spinto lei, il fidanzato musicista originario di Lecco, e la sorella minore Paola Zani ad uccidere l'ex vigilessa di Temù. Il trio, come stabilito dagli inquirenti, avrebbe agito per mettere le mani sull'eredità di Laura Ziliani, che deteneva diverse proprietà immobiliari in Valcamonica, e risolvere - quindi- i rispettivi problemi economici. Proprio in queste ore anche la sorella minore Paola sta rispondendo alle domande del pm Caty Bressanelli, titolare delle indagini. Tutti e tre sono stati arrestati, lo scorso settembre, con l'accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. 

Le indagini

Gli inquirenti erano arrivati a loro dopo mesi e mesi di indagini. L'ex agente di polizia locale di Temù, che da qualche tempo risiedeva a Roncadelle, era scomparsa l'8 maggio del 2021, ma il suo corpo senza vita venne trovato tempo dopo, ad agosto, quando una piena del fiume Oglio lo ha dissepolto dall'argine dov'era stato sotterrato. A trovarlo è stato un bambino di meno di 10 anni: stava passeggiando insieme al padre, con il suo cane, quando si è avvicinato al luogo dove la donna giaceva da tre mesi.

L'omicidio 

Secondo la ricostruzione dell'accusa, sulla base anche di rilievi medici, la donna (probabilmente già morta il giorno della sua scomparsa) sarebbe stata prima stordita con degli ansiolitici e poi soffocata in modo non violento, quando ormai non sarebbe più stata in grado di reagire. 

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