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Venerdì, 29 Marzo 2024
Doverosa puntualizzazione

"La tragedia di Matthew deve far riflettere"

In una lettera l'avvocato del giovane che ha perso la vita cadendo da un tetto a Sondrio invita a un maggior rispetto nei confronti della vittima proponendo una riflessione sul disagio psichico

Sabato mattina Matthew Mottini, valtellinese classe 1989, ha perso la vita cadendo dal tetto di uno stabile di via Romegialli a Sondrio, dove viveva nonostante l'edificio stesso fosse semi abbandonato. Una tragedia che ha colpito un giovane il cui percorso non era sempre stato lineare, ma che come tutti, affrontava delle difficoltà e proprio per questo merita rispetto. Anche perchè spesso, soprattutto nell'ultimo periodo, il 33enne si era ritrovato da solo ad affrontare i suoi problemi. Ridurre la tragedia personale ai suoi "precedenti penali" non gli rende certo giustizia.

A sostenerlo con forza è Emanuele Boletta, avvocato proprio di Matthew Mottini, il quale, con una lettera, ha voluto invitare l'opinione pubblica ad una riflessione più ampia sulla vicenda. Una forma di rispetto nei confronti del ragazzo, affinché si prenda coscienza di un problema che colpisce molte persone, anche in provincia di Sondrio. Nella speranza che episodi simili, fatti di solitudine ed emarginazione sociale, non si ripetano più.

La lettera

"Leggo sui quotidiani, le pagine Facebook delle tv locali e sulle versioni on line di alcuni organi di stampa la cronaca relativa alla morte di Matthew Mottini, con rimandi inesatti ed incompleti rispetto la sua storia giudiziaria. Ho trovato personalmente sgradevoli alcuni articoli pubblicati on line ed irrispettosi di quella che è a tutti gli effetti una tragedia connessa ad un irrisolto problema di salute mentale - ha spiegato l'avvocato Boletta -. Conoscevo personalmente l'uomo ed ho potuto accertare come l'intreccio tra problema psichiatrico e giudiziario sia stato determinante nella sua progressiva e costante emarginazione sociale. Conosco personalmente i suoi genitori ed ho potuto appurare quanta sofferenza li abbia sempre accompagnati nel sentirsi soli contro lo spettro della malattia che da anni divorava la vita del loro unico figlio".

"Il problema sotteso alla vicenda di cronaca riguarda direttamente la modalità di cura e gestione dei malati psichiatrici e la frase riportata unanimamente dagli organi di stampa 'noto alle forze dell'ordine' riduce e svilisce la vicenda umana del deceduto e la vera natura della problematica - ha proseguito Boletta -. L'autorità giudiziaria farà senz'altro luce sulla modalità della fatale caduta dal tetto come in passato i Tribunali hanno giudicato e financo assolto l'uomo per infermità mentale; ma questa tragedia deve imporre una accurata riflessione sulle modalità di cura dei malati psichiatrici e sulla modalità di propalazione delle notizie, ed approfondimento delle vicende che devono essere criteri minimi per chi vuole e deve diffondere notizie. Semplificazione, mistificazione, sensazionalismo irrispettoso scarso approfondimento paiono, invece, contraddistinguere la narrazione di questa tragica morte".

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