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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Sondalo

Blocchi operatori trasformati per il covid-19, la rabbia dei sindaci: «Da lunedì l’ospedale Morelli di Sondalo non sarà più un ospedale»

Pesanti accuse alla Regione dai primi cittadini dell'Alta Valle. Inviata una lettera di diffida

Preoccupa non poco il futuro prossimo dell'ospedale Morelli di Sondalo. Con una lettara aperta di diffida i sindaci di Bormio, Livigno, Valdidentro, Sondalo, Valdisotto e Valfurva lanciano l'allarme su un'imminente stravolgimento del presidio ospedaliero dell'Alta Valle voluto da Regione Lombardia all'interno della delicata situazione del coronavirus.

La missiva, indirizzata ad Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Giulio Gallera, assessore al Welfare lombardo, Massimo Sertori, assessore alla Montagna di Regione Lombardia, ed a Simona Pedrazzi, consigliere regionale della provincia di Sondrio, lancia accuse pesanti secondo le quali, lunedì 9 marzo 2020, il Morelli di Sondalo non sarà più, tecnicamente, un ospedale.

Visioni opposte

Parole grosse che arrivano a poche ore dalle dichiarazioni dell'assessore regionale Massimo Sertori secondo il quale, dopo l'emergenza coronavirus, si potrà tornare a ridiscutere del futuro dei prosidi ospedalieri della provincia di Sondrio, partendo dal tanto dibattuto piano di riordino della sanità provinciale redatto dal Politecnico di Milano per conto di Regione Lombardia.

Ecco di seguito la lettera di diffida firmata dai sei sindaci del Bormiese:

Come noto l’ospedale Morelli può offrire un contributo determinante al sistema sanitario regionale nel trattamento dell’infezione da coronavirus. I Sindaci dell’Alta Valle, pur non essendo mai stati formalmente informati di quanto si stesse predisponendo in queste settimane, hanno colto con favore l’idea che Regione Lombardia avesse deciso di puntare, in modo deciso, sul Morelli per fronteggiare tale emergenza.

Il Morelli infatti, ha tutte le carte in regola per dare un contributo sostanzioso all’intera Regione e, proprio per queste ragioni, auspicavamo, addirittura, che si programmassero tutti gli investimenti necessari per attrezzare e rendere fruibili alcuni dei numerosi padiglioni attualmente inutilizzati.

Veniamo tuttavia informati che, per far fronte all’emergenza, vi è l’intenzione da parte della direzione generale della ASST di chiudere tutti i blocchi operatori per trasformarli in reparti di cure intensive e sospendere così ogni attività chirurgica e di rianimazione. Con tale provvedimento il presidio non sarebbe più in grado di affrontare le urgenze chirurgiche che si riferiscono al nostro ampio bacino d’utenza con le stra-conosciute criticità di collegamento e verrebbero meno, in base al DM 70/2015, i requisiti basilari che definiscono il Morelli un presidio ospedaliero.

Da Lunedi 09 Marzo 2020 l’ospedale Morelli non sarà più un ospedale. Le nostre comunità che hanno vissuto l’emergenza della tubercolosi hanno nel loro DNA la predisposizione all’accoglienza sanitaria e alla solidarietà umana e non ci spaventa affatto l’idea che il Morelli torni ad essere un ospedale in grado di accogliere cittadini con patologie virulente e pericolose.

Siamo più preparati, anche psicologicamente, di altre realtà ma non possiamo accettare che in virtù di una gravissima emergenza, speriamo temporanea, se ne generi un’altra, questa volta definitiva, al nostro territorio.

Togliere un ospedale, dalla mattina alla sera, in un territorio come il nostro è un atto che porta con sé delle responsabilità gravissime di cui saranno informate tutte le competenti Autorità ma è anche ingeneroso oltre che politicamente non commentabile in quanto erano percorribili diverse soluzioni, anche numericamente più importanti e utili alla causa, senza per questo compromettere il diritto alla salute di un intero comprensorio già molto disagiato.

Ci attendiamo un’immediata sospensione dei provvedimenti della Direzione Generale e un ripensamento complessivo dei futuri interventi sul Morelli da parte del Presidente della Regione che, auspichiamo, vorrà affrontare con le Istituzioni Locali le quali si dichiarano sin d’ora, senza fraintendimento alcuno: responsabili, solidali e pronte a qualunque sforzo per dare risposte concrete all’intera Regione. NON CHIUSURA MA APERTURA DI PADIGLIONI!!!

Ilaria Peraldini – Sindaco del Comune di Sondalo
Alessandro Pedrini – Sindaco del Comune di Valdisotto
Roberto Volpato – Sindaco del Comune di Bormio
Angelo Caciotto – Sindaco del Comune di Valfurva
Massimiliano Trabucchi – Sindaco del Comune di Valdidentro
Damiano Bormolini – Sindaco del Comune di Livigno

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