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Sabato, 20 Aprile 2024
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Guerra in Ucraina e solidarietà, le istituzioni: "Serve un coordinamento"

In Provincia il punto della situazione dopo una settimana dallo scoppio del conflitto. Il monito: "No alle raccolte fai da te di viveri e abiti". Il ruolo di Croce Rossa Italiana e Caritas

Dopo due anni di pandemia anche la provincia di Sondrio si trova costretta a far fronte alla tragedia umanitaria provocata dalla guerra in Ucraina. Uno sforzo che le istituzioni di Valtellina e Valchiavenna vogliono fare congiuntamente, senza disperdere energie e risorse. Parole d'ordine coordinamento e attesa.

Sotto la direzione dell'ente provinciale una rete di attori istituzionali si sta strutturando per affrontare l'emergenza nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. "La guerra tra Ucraina e Russia ci preoccupa molto perché ce l'abbiamo in casa. Ho personalmente coinvolto tutte le persone 'sul pezzo' in questa fase, per mettere in fila e coadiuvare gli aiuti che servono ora. Dobbiamo capire quello che serve e quello che non serve, quello che va fatto e quello che non va fatto per non sprecare energie, risorse e tempo. Dobbiamo coordinare gli sforzi per evitare cose che non andrebbero fatte. Le iniziative partono, anche, in maniera spontanea, animate da voglia di fare. Meritano tutte rispetto ma devono, necessariamente, esser coordinate dalle istituzioni, che servono proprio a questo" ha dichiarato Elio Moretti, presidente della Provincia di Sondrio.

Della stessa visione anche il sindaco di Sondrio e presidente della conferenza dei sindaci, Marco Scaramellini. "In questi giorni stanno partendo iniziative di ogni genere frutto del buon cuore dei nostri cittadini. Tutte iniziative apprezzabili ma le istituzioni devono coordinarsi per mantenere una linea e non sovrapporsi, cercando di convogliare le risorse di ogni tipo nei canali corretti. Trovo virtuoso coordinarsi perché questa è una tematica di ampia natura che richiede un accordo trasversale di tutto il territorio. Ci siamo coordinati con il presidente della Provincia, con il prefetto e la Croce Rossa Italiana per cercare di dare informazioni univoche. È giusto che i cittadini sappiano quale è il canale migliore per dare una mano ed essere efficaci".    

Scaramellini moretti Pasquariello re-2

Istituzioni

Le iniziative all'unisono del territorio si affiancano, necessariamente, al quadro normativo e politico posto in essere dallo Stato centrale. A spiegarlo il prefetto di Sondrio, Salvatore Pasquariello, ed il questore, Angelo Re. "Il ministero dell'Interno si sta organizzando per l'accoglienza, un po' come fatto per i cittadini afghani l'agosto scorso. Si stanno 'attivando' posti in più nel sistema di accoglienza. Per ora il flusso di ingresso dei cittadini ucraini in Italia è graduale. In parte sono accolti da familiari e conoscenti (più di 900 gli ucraini oggi residenti in provincia di Sondrio, ndr). Noi dobbiamo prepararci ad assicurare soluzioni di accoglienza che tengano conto della peculiarità dei cittadini in ingresso: per lo più donne e bambini. Per questo sono stati previsti accordi di collaborazione con i comuni, affinché gestiscano loro stessi l'accoglienza" ha spiegato Pasquariello.

"Il periodo di emergenza sanitaria ci ha insegnato a coordinarci, senza sovrapposizioni o protagonismi. La polizia di stato e le questure sono abituate alle emergenze migratorie ma quella in corso è particolarissima. Il ministero ha già aumentato i posti per accogliere gli ucraini ma siamo portati a pensare che questi non basteranno se le cose continuassero con questo passo. Dobbiamo attrezzarci per dare risposte immediate ai richiedenti asilo, dotarli cioè del permesso di soggiorno, per permettergli di ottenere tutte le prestazioni sanitarie, vaccini compresi. In tanti hanno già chiamato per offrire ospitalità ma tutto va coordinato" ha aggiunto il questore.

Croce Rossa Italiana e Caritas

Braccio operativo del gruppo di coordinamento voluto dalla Provincia di Sondrio la Croce Rossa Italiana e la Caritas. "La Cri nazionale si è attivata fin da subito per dare aiuti al popolo ucraino. Abbiamo incontri giornalieri nei quali riceviamo nuovi indirizzi, nuove richieste e nuove modalità operative. Al momento stiamo attivando in Valtellina e Valchiavenna la raccolta di materiale di disinfezione e per la misurazione della glicemia. Abbiamo ricevuto l'elenco da Roma, lo inoltreremo all'ordine dei farmacisti e alle farmacie. Chi vorrà donare potrà acquistare in farmacia i prodotti. Cri disincentiva iniziative personali, è complicatissima la gestione delle donazioni singole. Al momento ci si rivolge alla grande distribuzione che dà materiale già imballato. Questo rende molto più veloce la consegna a destinazione. Se più avanti ci sarà bisogno delle raccolte singole lo diremo, al momento non è così" ha spiegato chiaramente Giuliana Gualteroni presidente Cri del comitato di Sondrio.

"Come Caritas diocesana abbiamo attivato una raccolta fondi da destinare alla Caritas Spes in Ucraina, con cui siamo in contatto. Anche noi chiediamo di non fare la raccolta di viveri e vestiti in questo momento, anche se sappiamo che la popolazione si sta già attivando. La popolazione ucraina residente soprattutto in Valchiavenna si è attivata per raccogliere cibo. Non l'abbiamo bloccata per dare sostegno e dare loro modo di esternare vicinanza ai loro cari, anche se c'è il rischio di disperdere risorse e non rispondere alle reali esigenze del momento. A livello locale abbiamo dato offerto alle persone ucraine i nostri centri di ascolto, per potersi riunire e condividere i loro stati d'animo, raccontare le loro storie. In questo momento hanno bisogno anche di supporto morale e psicologico" ha illustrato Monia Copes, referente Caritas in Valtellina.

Sono ore di attesa, invece, per la protezione civile locale. Come spiegato da presidente provinciale, Luciano Speziale, le indicazioni ricevute dalla Regione sono chiare: bisogna aspettare. "Le indicazioni che abbiamo oggi sono di attesa. Siamo in attesa di ricevere degli incarichi dettagliati. Da Milano chiedono di esser pronti per l'attività logistica mentre sconsigliano l'attività di raccolta, cosa già avviata anche nel nostro territorio. Senza voler limitare la grande solidarietà espressa per il popolo ucraino, le attività di raccolta 'spiccia' sono sconsigliate".

Questione sanitaria

Nell'accoglienza dei profughi importante anche il ruolo delle istituzioni sanitarie. A spiegare le politiche pensate da Regione Lombardia il direttore sanitario di Ats delle Montagna, Raffaello Stradoni: "La Regione ci ha già dato istruzioni. Anche se siamo all'inizio, ci siamo mossi sia nella ricerca di posti letto per una prima accoglienza sia nello studio delle norme per poter garantire agli ucraini che arriveranno in Italia i diritti che hanno tutti i cittadini italiani. Importantissimo per questo il coordinamento. Tutti coloro che hanno a che fare con l'accoglienza indirizzino le persone sui canali giusti, quelli cioè della prefettura. La prima cosa da fare è munire le persone di documenti validi per entrare nel sistema sanitario nazionale".

Le autorità sanitarie hanno preso in esame anche il tema delle vaccinazioni anticovid. In Ucraina il vaccino usato, manco a dirlo, è il russo Sputnik, riconosciuto da Ema, Agenzia europea del farmaco. Secondo Stradoni è facile ipotizzare che le persone sprovviste di vaccinazione saranno poche. Sono già attivi i protocolli che consentono di completare il ciclo vaccinale con i vaccini in uso in Italia e in Lombardia. 

Accoglienza

I primi rifugiati giunti in provincia di Sondrio dopo l'invasione da parte della Russia dell'Ucraina si trovano in Valchiavenna. Ospitati da parenti o conoscenti. Sono due adulti e otto bambini. Ats della Montagna, tramite Federalberghi Sondrio, ha condotto nelle scorse ore un sondaggio esplorativo, per verificare la disponibilità delle strutture alberghiere ad un'eventuale accoglienza dei rifugiati. Per ora, seppur informalmente, hanno dato disponibilità 15 alberghi. Parallelamente anche la prefettura ha "sondato il terreno" con le cooperative già attive nel settore dell'accoglienza profughi. È ampia la disponibilità raccolta.

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