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Cronaca

Guerra in Ucraina, Anolf: "I Comuni tutelino chi ospita i profughi"

La presidente dell'associazione in seno alla Cisl: "L’accoglienza dei rifugiati ucraini, lodevolmente svolta dai privati cittadini, deve essere necessariamente supportata economicamente e giuridicamente dai Comuni"

A quasi tree settimane dall’inizio della guerra in Ucraina, anche in provincia di Sondrio si cominciano a vedere le tremende conseguenze della fuga di milioni di persone dal paese attaccato dalla Russia. In Valtellina e Valchiavenna, infatti, sono numerosi i profughi ucraini che chiedono accoglienza. Fortunatamente la risposta delle famiglie è stata tempestiva e generosa. Oltre alle raccolte di beni materiali e fondi, che da subito si sono moltiplicate in tutto il territorio provinciale, molte persone hanno già messo a disposizione diversi alloggi, sia temporaneamente sia per permanenze più lunghe, per poter accogliere famiglie o minori. “La generosità di queste famiglie deve essere però tutelata dalle istituzioni” questa la richiesta che l’associazione ANOLF Sondrio ODV si sente di fare ai Comuni della provincia di Sondrio.

“L’accoglienza dei rifugiati ucraini, infatti, lodevolmente svolta dai privati cittadini, deve essere necessariamente supportata economicamente e giuridicamente dai Comuni, all’interno di previsti percorsi istituzionali attivati attraverso convenzioni ad hoc con la Prefettura, per garantire l’accesso ai servizi essenziali e a percorsi di integrazione” ricorda Chiara Casello, presidente dell’Associazione.

“I fondi del ministero dell’interno a favore dei richiedenti protezione internazionale (dal 2022 al 2024 aumentati a 181,6 milioni di euro DL 16/22 varato il 28 febbraio) possono infatti essere utilizzati tramite queste convenzioni per rispondere alle necessità di queste persone, senza gravare sulle famiglie valtellinesi che già hanno l’onere di ospitarli.” Specifica Cheikh Lo, vicepresidente di ANOLF. “Come associazione non possiamo fare altro che supportare le famiglie, sia italiane sia ucraine, nel percorso di regolarizzazione ma leviamo un accorato appello alla responsabilità nei confronti di tutte le istituzioni competenti, affinché possano ulteriormente favorire processi di accoglienza nel nostro territorio.” 

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