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L'impressionante video della fusione del ghiacciaio in Valmalenco

Le sconvolgenti immagini del ghiaccio in ritirata sul Fellaria realizzate dal Servizio Glaciologico Lombardo nell'estate scorsa

A volte le parole non sono necessarie. Lo dimostra il video realizzato dal Servizio Glaciologico Lombardo, alla conclusione della calda estate 2002, a testimonianza della tremenda fusione in atto dei ghiacciai alpini. Immagini perentorie registrate in Valmalenco, presso il ghiacciaio di Fellaria, che a fatica lasciano spazio ad interpretazioni.

"Non è facile trovare gli aggettivi giusti per descrivere cos’è successo negli ultimi 4 mesi sui ghiacciai lombardi, italiani, alpini. È pur vero che in un regime climatico caratterizzato da temperature in aumento i record si battono più facilmente, ma l’anno idrologico 2021-2022 è stato qualcosa di più, qualcosa di talmente anomalo da costringerci ad aggiornare tutte le scale grafiche per i nostri bilanci di massa, qualcosa che speravamo non potesse arrivare così presto e con questa forza. Tutte le previsioni fatte a giugno, quando avevamo registrato un deficit del 70% di innevamento, sono state confermate e aggravate dalle temperature tropicali che hanno imperversato da maggio ad agosto", spiegano Riccardo Scotti e Matteo Oreggioni del SGL.

Le cifre che raccontano quanto successo nell'ultima estate possono esser definite, senza pericolo di smentita, catastrofiche. "I nostri bilanci di massa con serie decennali sono talmente negativi che raggiungono valori di perdita volumetrica doppi rispetto all’annata peggiore precedente. Per assurdo, i 7.55 m di spessore di ghiaccio perso sulla lingua orientale del ghiacciaio di Fellaria a 2650 m, un valore che in assoluto è qualcosa di mai registrato in tutte le nostre serie storiche su nessun ghiacciaio lombardo, non è neppure troppo sorprendente o anomalo rispetto a quanto registrato a quote più elevate dove persino oltre i 3500 m di quota abbiamo perso ghiaccio o neve degli anni precedenti", proseguono gli esperti.

Nuovi punti di vista

Da quest’anno una nuova camera time-lapse, installata al Fellaria a fine giugno, ha permesso di mettere in evidenza per la prima volta gli effetti della crisi climatica su una lingua glaciale alpina. "La camera storica, installata sulle rive del lago del ghiacciaio nel 2019, ha invece il merito di tenere traccia dei cambiamenti su scala pluriennale sebbene il ghiacciaio si allontani sempre di più e diventi sempre più piccolo nel frame. Del resto, si parla di quasi 26 m di spessore di ghiaccio perso in soli 4 anni, o meglio, visto che il ghiaccio perde spessore solo in estate, in circa 16 mesi complessivi".

"Nonostante le belle promesse degli Accordi di Parigi del 2015 o delle innumerevoli COP per il clima, forse siamo prigionieri del noto adagio beckettiano: 'Fallire sempre, fallire meglio'. I ghiacciai non possono mentire, i ghiacciai ci mostrano, senza tante parole e sempre più insistentemente, la cifra del nostro attuale fallimento collettivo sulle politiche per il clima. In ogni modo, sarà utopia ma speriamo che filmati come quello che presentiamo possano dare un contributo, seppur infinitesimo, per una presa di coscienza collettiva, prerogativa essenziale per ogni tipo di cambiamento sia a livello personale, che, soprattutto dal basso verso l’alto. Un cambiamento necessario, urgente, anche perché come ci ricorda l’ultimo report dell’IPCC, superati i 2 gradi a rischio non saranno solo i ghiacciai ma anche la civilizzazione per come la conosciamo", concludo Scotti e Oreggioni.

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