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Questione spinosa / Teglio

Invaso della Margatta: le proposte del comitato all'assemblea pubblica

I lavori, che avrebbero dovuto prendere il via il 6 febbraio, sono al momento bloccati

Sabato scorso, presso il Campo Alpini di S- Sebastiano si è tenuta l’assemblea autoconvocata dai firmatari della petizione preoccupati della situazione in cui versa il torrente Margatta.

Nonostante l'invito, il sindaco di Teglio Elio Moretti e i consiglieri di maggioranza non hanno partecipato all'assemblea stessa. Proprio il primo cittadino e la sua giunta sono "sotto accusa" da parte dei componenti del comitato  alla luce della mancata informazione sul progetto, della mancata risposta alle richieste dei cittadini e del fatto di non aver espletato la procedura per l’occupazione dei terreni.

Per i motivi sopra citati, i cittadini stessi lunedì 6 febbraio non hanno permesso l’inizio lavori per la costruzione di un invaso sulla Margatta, all'altezza di Cà Brusada. L'assemblea ha appreso, dall’albo pretorio online, che la procedura per l’occupazione dei terreni è stata avviata ma per il Comune non avrebbe, secondo quanto riferito dai componenti del comitato, contattato i privati, mentre ora, dopo due anni, riconoscerebbero l'urgenza dei lavori. 

Il documento

I cittadini presenti in assemblea hanno sottoscritto (78 i firmatari) un documento con suggerimenti e richieste inviate all’amministrazione e non solo. Suggerimenti ritenuti di buon senso, suffragati dalla relazione del geologo e di chiunque conosca la storia e la situazione in cui versa il torrente Margatta. Nel documento, peraltro, si diffida l’amministrazione nel procedere alla realizzazione dell’invaso e si evidenzia come i firmatari stessi riterranno personalmente responsabili gli amministratori che hanno approvato il progetto, nel caso che l’infausto pericolo di allagamento causato dalla sacca si dovesse verificare e causare danni a cose e persone.

Nel dettaglio ecco le proposte contenute nel documento:

  • Posizionare un sistema di monitoraggio, nella zona più pericolosa della frana, attraverso un collegamento da remoto, che possa avvertire la popolazione interessata per eventuali movimenti franosi di crollo che potrebbero causare conseguenze molto gravi.
  • ripristinare immediatamente le opere danneggiate in particolare le vecchie briglie che negli anni hanno svolto un importante funzione di trattenimento del materiale proveniente dal dilavamento della superficie delle frane in essere.
  • predisporre un piano di manutenzione annuale con finanziamenti certi e non aleatori per manutenzioni normali di pulizia e piccoli interventi di ripristino sulle opere eventualmente danneggiate.
  • intervenire con una radicale e profonda pulizia dell’alveo da monte a valle, in quanto, i lavori di 200.000 euro, spesi come pronto intervento dalla Comunità montana di Tirano che è stato svolto in modo parziale e superficiale, addirittura posizionando il materiale a ridosso degli argini dove in certe zone sono ormai privi di fondazioni.
  • intervenire con verifiche puntuali e con il consolidamento degli argini di protezione mancanti di fondazioni, dovuto allo scalzamento derivato dalle ultime colate.
  • intervenire a cucire l'argine in sponda sinistra in località Cà Brusada perché in parte mancante totalmente e parte non realizzato durante l’intervento di urgenza dalla Comunità montana di Tirano. L'opera è ritenuta della massima importanza in quanto in caso di eventi alluvionali sarebbe il punto più pericoloso di esondazione. 
  • intervenire a realizzare sul fondo dell'alveo, a partire dal punto più pericoloso in Cà Brusada un selciatone in calcestruzzo e pietrame, almeno fino alla cascata all’altezza della Chiesa di San Sebastiano, al fine di migliorare il deflusso delle colate e rendere transitabile la strada al fianco dell'Adda per la pulizia senza creare problemi alla contrada Crotti.
  • i cittadini, a priori, non sono contrari alla realizzazione di eventuali piste forestali, ma vogliono sapere chi ne potrà usufruire, come verranno realizzata e da chi e quando saranno eseguite le manutenzioni. Si chiede una viabilità meno invasiva possibile e che ambientalmente tenga conto della vocazione dei terreni in gran parte inseriti al catasto come "castagneto da frutto" e il rispetto per i sentieri esistenti.
  • occorre guardare, in tale contesto, anche al progetto “Le tradizioni prendono parola, saperi e tecniche, Progetti che si misurano con le sfide di domani.” Visto che le nostre comunità vi hanno aderito.
  • vista l'esistenza di vecchi diritti sulla derivazione di acqua, occorre l’inserimento nel progetto di un "impianto plurirriguo" al fine di servire tutta la zona, oggi sprovvista. 
  • sospendere la realizzazione del progetto della “briglia di selezione“ in questa prima fase.
  • intervenire con una modifica sostanziale del progetto previsto, seguendo logiche per un intervento più puntuale al fine di evitare problemi in caso di nuova emergenza, tenendo in considerazione le proposte prima descritte.
  • predisporre un gruppo locale di Protezione civile che risponda, non solo meramente sulla carta, ma che diventi un piano operativo attivo da applicare in caso di calamità naturale e l'adeguamento del piano di emergenza comunale 
  • convocare l'assemblea con i cittadini, come richiesto a settembre scorso e instaurare con essi un costante rapporto, non solo sulla sicurezza della Margatta, ma anche per atre questioni che li riguardano.

Relativamente all'esito dell'assemblea e alle proposte del comitato è stata inviata anche una lettera al sindaco di Teglio Elio Moretti, al prefetto Roberto Bolognesi, alla Comunità montana di Tirano e a Regione Lombardia.

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