Sanità provinciale, la CGIL: "Finora abbiamo letto tante enunciazioni, ma di visibile ci sono solo i tagli"
Continua il dibattito relativo alla sanità valtellinese e valchiavennasca
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa a firma di Claudio Bottà, Segretario Generale FP CGIL di Sondrio e Michela Turcatti, Segretario Generale SLC CGIL di Sondrio, relativo al dibattito sulla sanità che si è aperto in Valtellina e in Valchiavenna in questi giorni.
"Il dibattito di queste settimane intorno ai temi dei servizi sanitari in provincia - scrivono - sta assumendo contenuti che rischiano di portarci fuori strada rispetto alle reali esigenze della popolazione. Da un lato ci sono i vari comitati che continuano a mantenere una visione parziale e localistica dei problemi, dall’altro vengono avanzate ipotesi di riorganizzazione, quali la costruzione di un nuovo polo chirurgico a Sondrio, che ripropongono una mai sopita visione “Sondriocentrica” e ruotano unicamente attorno al problema dei servizi ospedalieri. Il pronunciamento a sostegno di questa ipotesi dei Sindaci della zona di Sondrio mostra tutti i limiti anche di tanti amministratori nel ragionare in un’ottica che tenga conto di tutto il territorio provinciale e non solamente di una singola zona".
"Quello che preoccupa è che - continuano - nel frattempo la Direzione dell’ASST, e in particolare il Direttore sanitario, ha potuto continuare nella propria azione di tagli e ridimensionamento dei servizi, con il risultato di un costante peggioramento degli stessi che ora cittadini ed amministratori toccano con mano. Scelte e strategie che nel corso degli anni hanno agevolato l’insediamento del privato che avanza, drenando risorse pubbliche. Nei prossimi giorni Regione Lombardia dovrà procedere alla nomina dei nuovi Direttori generali, che poi sceglieranno i loro diretti collaboratori tra cui i Direttori sanitari. Uscire da una logica meramente spartitoria delle nomine 'partitiche' premiando invece le competenze deve costituire la premessa per avere una Direzione con la quale ci si possa davvero confrontare per riorganizzare e migliorare i servizi, ed è quanto con forza chiediamo. Un cambiamento nelle persone e nei metodi finora seguiti è con tutta evidenza necessario. Nella discussione riteniamo poi che debba finalmente avere un ruolo centrale il potenziamento dei servizi sul territorio, dei quali nessuno pare curarsi. Finora abbiamo letto tante enunciazioni, ma di visibile ci sono solo i tagli".
"La tanto decantata 'Sanità di montagna', proprio per le sue caratteristiche - concludono - da qui deve partire, sia con presidi sanitari con un ruolo chiaro e adeguato su tutto il territorio provinciale, sia con servizi domiciliari fortemente potenziati. Questa è la condizione per raggiungere anche l’obiettivo dell’integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali, anch’esso rimasto, nei fatti, sulla carta".