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Sanità, i sindaci dell'Alta Valle sullo stop al piano regionale: «Si dialoghi per costruire un progetto a lungo termine»

Il commento della Giunta della Comunità Montana Alta Valtellina: «Dalla Regione un'apertura che riteniamo positiva. Ringraziamo l’assessore Sertori per aver facilitato il dialogo e per l’impegno profuso in queste settimane»

Si "respira" ottimismo in Alta Valtellina dopo che la Giunta regionale ha annunciato, lungo la giornata di venerdì 9 ottobre, la disponibilità a congelare tutti i discorsi sul futuro dell'ospedale Morelli di Sondalo (leggi qui). Nello specifico Regione Lombardia ha deciso di «sospendere il trasferimento definitivo delle specialità da Sondalo a Sondrio per una durata di sei mesi e di avviare un tavolo di confronto per individuare pienamente la vocazione del ‘Morelli’ e le attività sanitarie da svolgere nel Presidio di Sondalo, comprese le valutazioni di eventuali proposte provenienti dai rappresentanti istituzionali del territorio».

Una scelta apprezzata come dichiarato dei sindaci del mandamento di Bormio, da mesi in campo per difendere le sorti del nosocomio sondalino. «Tale disponibilità ci mette nelle condizioni di accettare la nostra partecipazione a un tavolo di confronto con Regione Lombardia sul futuro del Morelli. Pur permanendo considerevoli divergenze di vedute, tra la posizione dei sindaci, che hanno da sempre richiesto - a gran voce - il ripristino della Alte Specialità, la riattivazione per l’emergenza/urgenza del DEA di II livello (fondamentale anche per il mantenimento dell’Unità Spinale Unipolare) e la designazione del VI Padiglione per la gestione dei pazienti Covid positivi, e la decisione manifestata da Regione Lombardia negli scorsi giorni, i sindaci prendono atto di questo primo segnale che sancisce il provvisorio congelamento delle disposizioni del Piano del Politecnico relative al Morelli» si legge in una nota.

I primi cittadini di Sondalo, Valdisotto, Valdidentro, Valfurva, Bormio e Livigno «confidano nell’impegno di Regione, di tutte le istituzioni e enti preposti, affinché si possa, nei prossimi mesi, intavolare un dialogo, con l’unico intento di costruire per l’ospedale Morelli un progetto a lungo termine che gli sappia garantire il giusto ruolo all’interno del sistema sanitario, prendendo in considerazione anche la possibilità di individuare forme di gestione autonoma. Una discussione indispensabile e necessaria, a fronte della volontà di Regione Lombardia, emersa nelle ultime ore, di rivedere l’impianto della legge n. 23 del 2015 relativa al sistema socio sanitario lombardo e della maggiore consapevolezza maturata da molte istituzioni, negli ultimi mesi, circa la complessità del delicato tema della Sanità di Montagna che nelle sue declinazioni non può prescindere dal mantenimento dell’Ospedale Morelli con le sue storiche eccellenze e vocazioni».

La posizione della Comunità montana Alta Valtellina

Ha deciso di esporsi pubblicamente per la prima volta, dopo quasi un anno di scontri, anche la Giunta della Comunità Montana Alta Valtellina, accogliendo favorevolmente lo stop pensato dagli amministratori regionali. «Regione Lombardia ha fatto una apertura che riteniamo positiva. Un primo passo, ma comunque fondamentale. Ora, nei prossimi 6 mesi dobbiamo lavorare tutti assieme per valorizzare tutta la sanità valtellinese in generale con un occhio di riguardo verso l’ospedale di Sondalo che deve restare un punto di riferimento importante per Regione Lombardia».

«Abbiamo bisogno di un ospedale di Sondalo che trovi la sua vocazione e diventi fiore all’occhiello della sanità di montagna lombarda. Si vince assieme e non uno contro l’altro. Lo dobbiamo a tutti i valtellinesi. Ringraziamo l’assessore alla montagna Massimo Sertori per aver facilitato il dialogo e per l’impegno profuso in queste settimane. Crediamo che di strada da fare ce ne sia ancora molta, ma oggi ha vinto il buonsenso e il senso di responsabilitá di tutte le istituzioni; Regione Lombardia, i Comuni con i loro sindaci e Comunità Montana Alta Valtellina» ha dichiarato Filippo Compagnoni, Remo Galli e Patrizia Nazzari.

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