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Martedì, 19 Marzo 2024
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Trovata una fossa comune sul Tonale: recuperati i primi 12 corpi

Sepolti e dimenticati nella Grande Guerra, poi la nota di un valoroso Alpino

"Erano proprio lì. Sapevamo che quella nota non poteva essere stata scritta invano". Lo scrive Sergio Boem nell'annunciare il primo ritrovamento di 12 scheletri in quella fossa comune, individuata sul Tonale, in cui da più di 100 anni (dalla primavera del 1918) sarebbero sepolti i corpi di 94 soldati senza nome. La scoperta venne annunciata alla fine dello scorso anno nel libro "Sui prati del Tonale 94 stelle alpine", la cronaca e il resoconto di una ricerca che Boem ha proseguito per anni, sul solco della memoria del nonno Ubaldo Ingravalle ma soprattutto del "Diario storico" del battaglione alpino Valcamonica, del V Reggimento Alpini, impegnati sui campi di battaglia in alcuni dei fronti più duri della Grande Guerra.

I primi 12 scheletri

"La stanchezza e l'orrore dopo quella giornata di combattimenti - scrive ancora Boem - doveva essere molta, eppure il nonno volle segnalare personalmente quella frettolosa sepoltura". Al momento sono già stati recuperati 12 scheletri: "Ma attendiamo decisioni dalla Soprintendenza", continua Boem: "La prova che quelle sue parole fossero vere, ora sono sotto gli occhi di tutti. Non avremo pace, e non daremo pace fino a che l'ultimo di quei valorosi avversari dei nostri nonni non raggiungerà un luogo sicuro e degno del loro sacrificio. Lo dobbiamo a loro ma anche a noi stessi, per una pietas e una dignità, che in questi nostri poveri giorni, non deve mai mancare".

La battaglia del 12 giugno

In quella fossa comune segnalata sul Diario storico del battaglione sarebbero sepolti i corpi di 94 soldati austriaci (per lo più ungheresi e rumeni) in una buca che si sarebbe formata durante la stessa battaglia, dal fuoco di artiglieria, di almeno 12 metri di diametro. La battaglia in questione è la Unternehmen Lavine, nota in italiano come "Operazione Valanga", iniziata il 12 giugno del 1918: fu il tentativo di sfondare le difese italiane sul Passo del Tonale con 40mila uomini appartenenti all'esercito austro-ungarico, con l'intento di irrompere prima in Valcamonica e poi in Valtellina.

Rimasti "giovani per sempre"

I corpi di quei soldati morti in battaglia, rimasti "giovani per sempre", riemergono solo oggi a più di un secolo dalla Prima guerra mondiale: "Erano operai e umili contadini, studenti e impiegati, montanari e cittadini che avevano un passato e speravano in un futuro", scrive ancora Boem. Ragazzi "non più nemici", che con i soldati italiani "condividevano le stesse pene e le medesime sofferenze, senza eccezioni di grado, di nazionalità o religione".

Sul ritrovamento dei primi scheletri di questi giorni, Boem scrive che "sull'orlo della buca, davanti a quei corpi credevo di provare soddisfazione, ma in realtà quello che ho sentito dentro è stata solo una profonda desolazione". L'obiettivo è dare degna sepoltura ai soldati dimenticati.

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