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Venerdì, 29 Marzo 2024
Proposte e azioni concrete

Sanità, confronto tra il Prefetto e l'assessore Moratti sulla carenza di personale medico in ospedali e Rsa

Il rappresentante del Governo ha inviato all'esponente del Pirellone (e al Governo) una nota sulla situazione della provincia di Sondrio e con alcune proposte concrete per risolvere il problema; la Moratti ha risposto indicando alcune azioni già in atto

Dopo il grido d'allarme lanciato dall'Unione nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale (UNEBA) circa la carenza di personale medico e infermierisco che, in provincia di Sondrio, potrebbe provocare la chiusura di interi nuclei delle case di riposo, la questione arriva anche sui "tavoli" della politica e si intravedono le prime risposte concrete per cercare di ovviare a una situazione davvero molto critica.

Le azioni in atto

Dopo che, infatti, il Prefetto Salvatore Rosario Pasquariello aveva inviato a Regione Lombardia e anche ai ministeri dell'Interno, della Salute e dell'Università e della Ricerca ben tre note in cui, con l'apporto di due articolate relazioni dei vertici di Asst Valtellina e Alto Lario e Ats della Montagna descriveva le gravi criticità legate alla carenza di personale sanitario, aggravate peraltro in maniera importante dal lungo periodo di pandemia tuttora in atto, che stanno mettendo in ginocchio l’intero sistema della sanità nella provincia, oggi è arrivata la replica dell'assessore regionale al Welfare Letizia Moratti.

Quest'ultima ha evidenziato, attraverso una missiva inviata proprio a Pasquariello, come la Regione sta già procedendo sulla strada del potenziamento delle collaborazioni con le Università inserendo gli ospedali della Valtellina che rispettino i requisiti nella rete formativa delle varie scuole di specializzazione, al fine di integrare medici in formazione specialistica nell’organico degli ospedali e nel territorio della provincia.

Inoltre, è già in atto un'iniziativa per garantire l'alloggio gratuito per il personale medico, in particolare per il personale della dirigenza medica della disciplina di anestesia e rianimazione e sarà  proseguita anche con altri specialisti in accordo con i Comuni. Sono già in corso convenzioni con il personale medico e infermieristico presso strutture di convitto a Sondalo, così com’è offerto alloggio a medici in formazione specialistica che stanno svolgendo una parte del loro tirocinio professionalizzante nel territorio. Quello che più appare necessario, attualmente, è la stipula di accordi con i vari enti locali nell’individuare alloggi convenzionati per il personale sanitario. 

Le proposte

Le azioni già in atto rispondono a due delle svariate proposte che proprio il prefetto Pasquariello aveva inviato all'assessore regionale al Welfare, a seguito di un incontro con tutti i soggetti locali interessati, per risolvere la carenza di personale medico e infermieristico in provincia di Sondrio.

In particolare, tra le altre richieste avanzate cì sono quelle di prevedere la possibilità di assumere medici neo laureati. Attualmente, una discreta percentuale di medici, per ragioni diverse, quali ad esempio il basso numero di posti disponibili nelle scuole di specialità, non ha alcuna possibilità di lavorare in un ospedale pubblico; si potrebbe sperimentare un “ritorno al passato” derogando, per l’Asst Valtellina, alle disposizioni vigenti e concedendo la possibilità di assumere medici non specializzati. Tali medici potrebbero avviare, così, la loro formazione direttamente sul campo (come era in epoca pre riforma del 1992) potendosi, poi, iscrivere, con il ricorso a canali preferenziali, a una scuola di specializzazione; consentire la deroga alla norma che prevede l’impossibilità di istituire rapporti di lavoro, a qualsiasi titolo, con personale collocato in quiescenza visto che molti dei medici che cessano per sopraggiunti limiti di età hanno rappresentato la disponibilità ad accettare rapporti libero professionali con l’azienda per attività specialistiche ambulatoriali e/o di ricovero. Tale fattispecie si è positivamente realizzata durante il periodo covid e diversi professionisti in quiescenza, infatti, nonostante le umane difficoltà e paure legate alla pandemia, hanno prestato la loro opera per la Asst Valtellina; il loro contributo si è rilevato fondamentale per continuare a garantire alcuni servizi essenziali.

Inoltre, si auspica di poter applicare, in provincia di Sondrio, i contratti collettivi provinciali sanità delle Province Autonome di Trento e Bolzano che risultano essere indubbiamente più favorevoli di quelli nazionali in quanto prevedono livelli retribuitivi e benefits superiori a quelli attualmente previsti per i professionisti sanitari della Valtellina; e di prevedere modalità di incremento dei periodi di anzianità contributiva per coloro i quali accettano di venire a lavorare per Asst Valtellina, valutando, ad esempio, l’ipotesi di raddoppio dell’anzianità contributiva per i professionisti sanitari dipendenti di altre Aziende che accettano di venire in comando in questa provincia. Tale diritto verrebbe riconosciuto per un massimo di tre anni e potrebbe essere concesso anche per i nuovi assunti (tale misura potrebbe essere complementare o alternativa a quella dell’alloggio).

Per gli studenti valtellinesi, il Prefetto Pasquariello, dopo il già citato confronto con i soggetti interessati, auspica la creazione di borse di studio per studenti valtellinesi da destinare alla frequenza di corsi proprio in ambito sanitario; infine, si punta anche a creare rapporti più stretti tra UNEBA e i responsabili della sanità locale in modo da valutare possibili forme di collaborazione come, ad esempio, l’assegnazione alle Rsa di taluni operatori dell’azienda ospedaliera in comando o distacco temporaneo, senza andare a ledere l’operatività di quest’ultima.

I prossimi passi

Il vicepresidente Moratti ha comunicato al prefetto di aver analizzato e apprezzato anche queste proposte, attuabili, però, più a lungo termine. Ha comunque precisato anche come sia stato presentato al Parlamento un disegno di legge in materia di libera circolazione dei medici, volto a garantire una maggiore fruibilità in formazione specialistica.  

     

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