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Ospedale di Chiavenna, le istituzioni alzano la voce

Assemblea Distrettuale dei sindaci, Comunità Montana e Comune uniti per rilanciare il presidio ospedaliero chiavennasco: "I tecnici che hanno la responsabilità del fare facciano quello che riteniamo un diritto dei nostri cittadini". La polemica con l'Alta Valle

La sopravvivenza dell'ospedale di Chiavenna non è in discussione. A garantirlo con fermezza il presidente dell'Assemblea Distrettuale dei sindaci della Valchiavenna, Roberto Scaramellini, il presidente Comunità Montana della Valchiavenna, Davide Trussoni, ed il sindaco di Chiavenna, Luca Della Bitta 

"Se c’è una cosa non negoziabile e sulla quale non si transige è la presenza a Chiavenna dell’ospedale. Su questo i sindaci e gli amministratori non hanno mai pensato di accettare compromessi o strani accordi e non lo faranno mai. L’ospedale di Chiavenna non si discute. È evidente a tutti che Chiavenna non può rimanere senza il suo ospedale, per la sua gente, per le sue comunità, per la sua posizione geografica. Se c’è qualcuno che pensa che possa chiudere si sbaglia di grosso e troverà la ferma, dura e irremovibile posizione degli amministratori locali e dei sindaci" hanno dichiarato con decisione.

Che il livello delle prestazioni offerte dal presidio ospedaliero chiavennasco sia insufficiente per rispondere ai bisogni del territorio è chiaro anche a Scaramellini, Trussoni e Della Bitta. "Siamo contenti della situazione attuale? Assolutamente no. Monitoriamo continuamente la situazione e raccogliamo puntuali segnalazioni da parte dei nostri cittadini che lamentano situazioni che vanno migliorate e risolte. Abbiamo scelto, a differenza di altri colleghi amministratori e di alcuni cittadini e comitati, di non fare il nostro lavoro (il nostro dovere), non con articoli frequenti sui giornali o sui social network ma nelle sedi opportune, con le direzioni, con le istituzioni ed i loro rappresentanti. Non bisogna nascondere le problematiche ma provare a risolverle. Non porta a nulla la lamentela sui giornali senza questo lavoro. Pur non essendo la gestione della sanità un compito dei comuni, non è passato giorno in cui non ci siamo occupati della nostra sanità. Spesso in silenzio, per scelta di serietà" hanno aggiunto con un riferimento (non certo celato) alla dibattito in essere in Alta Valle sulla gestione dell'ospedale Morelli di Sondalo.

Le richieste del territorio

"Lo abbiamo scritto nero su bianco nei documenti ufficiali inviati a tutti i sindaci, alle direzioni delle aziende sanitarie ed alla Regione Lombardia. E da quello non ci discosteremo" fanno sapere dalla Valchiavenna. Di seguito, in sintesi, le richieste:

  • un pronto soccorso pienamente efficiente con il personale medico numericamente necessario collegato ad un sistema di emergenza urgenza (118) rapido, puntuale, diffuso, anche con l’ausilio dell’elisoccorso ("Ricordiamo che siamo stati i primi in provincia a chiedere l’elicottero h24 che poi abbiamo ottenuto e che ormai quotidianamente, anche di notte, sentiamo volare sopra le nostre teste")
  • un reale, vero, concreto funzionamento dei reparti di medicina, ortopedia e chirurgia (per interventi programmati e realizzabili in condizioni di sicurezza presso l’ospedale) anche in collaborazione con il supporto di realtà al di fuori della Provincia.
  • un efficace e decisamente migliore di adesso offerta di visite poliambulatoriali riducendo notevolmente tempi di attesa e gli spostamenti in altre sedi
  • la conferma degli altri servizi presenti nel presidio con adeguati servizi di informazione e assistenza di pazienti famigliari non sempre scontati in un periodo in cui vi sono ancora le restrizioni covid
  • una rinnovata organizzazione della medicina di territorio attraverso l’attività dei Medici di Base (MMG), pediatri, Guardia Medica anche attraverso l’attivazione della casa della comunità e dei posti di sub acuti/post acuti come offerta di riabilitazione.

"Dove sta il problema?"

"Abbiamo un contatto costante, diretto e deciso con Regione Lombardia. La Regione condivide pienamente da un punto di vista politico le nostre proposte ed è impegnata a realizzarle. Ci supporta anche l’attività dell’onorevole del territorio Silvana Snider e di altri interlocutori. Ora però bisogna che la direzione di ASST metta in pratica la volontà politica che è ferma e senza alcun dubbio in merito. Ora bisogna che i tecnici che hanno la responsabilità del fare facciano tutto questo che riteniamo un diritto dei nostri cittadini e delle nostre comunità" hanno detto i tre amministratori valchiavennaschi.

"Il problema è la carenza dei medici, di infermieri, di personale tecnico. Che non riguarda solo la Valchiavenna, o solo la Provincia di Sondrio e nemmeno solo la Lombardia ma interessa tutta Italia. Serve un cambio di passo a livello nazionale… non ci sono medici a sufficienza e quei pochi che ci sono non fanno come prima scelta gli ospedali periferici. Accade così in tutte le regioni italiane a prescindere dal colore politico del loro governo. Per questo serve un deciso cambio di passo a livello nazionale. Per esempio con una revisione dei criteri di accesso alle facoltà univeristarie superando la logica del numero chiuso. E ancora con incentivi, supporti, sostegni per i medici che scelgono di lavorare in realtà come la nostra. Serve un ragionamento sulla formazione universitaria e post universitaria dei medici (scelta che inevitabilmente avrà ricadute a lungo termine). Continueremo a fare sentire la nostra voce, anche attraverso una pressione del comitato nazionale aree interne con Ministro della salute Speranza. Non è un problema di fondi o di soldi, quelli fortunatamente in questo momento storico sono ampiamente stanziati, ma di avere i medici a disposizione. Serve un cambio di strategia a livello nazionale" hanno concluso Scaramellini, Trussoni e Della Bitta.

Per continuare il lavoro, il prossimo 13 dicembre, l’assemblea dei sindaci della Valchiavenna incontrerà il direttore generale di ASST Valtellina e Alto Lario, Tommaso Saporito, e chiederà, a nome dei cittadini della Valchiavenna quanto descritto sopra per l’ospedale di Chiavenna. "Ora è tempo di dare attuazione davvero a questi diritti della nostra gente".

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