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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il questore Re ai saluti: è il momento della pensione

Era arrivato in Valtellina nel 2019. I suoi ricordi

Il questore di Sondrio, Angelo Giuseppe Re, va in pensione. Dopo poco più di 4 anni di servizio in Valtellina si conclude, infatti, la carriera professionale del dirigente della polizia di stato, originario della Sicilia. Anni intensi quelli valtellinesi, fortemente caratterizzati dalla pandemia. "Durante la mia permanenza qui abbiamo avuto una serie di episodi che hanno allarmato particolarmente la città e la provincia di Sondrio e che, fortunatamente, anche per la bravura dei poliziotti e dei funzionari che lavorano in questa questura, abbiamo risolto in tempi brevi. Penso, per esempio, all'episodio del danneggiamento avvenuto all'interno della Collegiata nel 2020, risolto in meno di 24 ore. Se non l'avessimo scoperto avremmo lasciato il dubbio che potesse trattarsi di qualcosa di più grave, magari di un attacco terroristico", ha ricordato Re, classe 1960.

"Il periodo del covid non è stato banale per noi. Come forze dell'ordine abbiamo dovuto reinventarci nel nostro lavoro, con il controllo delle autocertificazioni dei cittadini nei loro spostamenti, quando andavano a fare la spesa o a coltivare l'orto. Oggi ce ne siamo dimenticati, ma abbiamo affrontato la questione con molto equilibrio: abbiamo usato un'elasticità che ci ha consentito, nell'applicazione delle circolari e dei decreti che arrivavano, di non militarizzare la zona e per non far sentire  i cittadini oppressi. Posso assicurare che non è stato facile perché nessuno di noi si era mai trovato in una situazione del genere", ha rimarcato il questore.

Traspare orgoglio nelle parole di Re quando ricorda i tanti uffici che compongono la questura. "Sondrio è una città e una provincia tranquilla. Abbiamo lavorato bene, mantenendo sicurezza e tranquillità nel territorio, migliorando dove è possibile gli indici di criminalità. Senza dimenticare che c'è un'attività importante, seppur un po' meno evidente rispetto a quella di prendere i ladri e gli spacciatori, condotta dalle poliziotte, dai poliziotti e dagli impiegati civili del Ministero dell'Interno. Mi riferisco a tutte le attività amministrative, a quelle relative all'immigrazione, all'operato della Digos e alla logistica. Attività complessissime ma fondamentali. Sono orgoglioso di essere un poliziotto".

"Ho girato parecchio i posti, ma la Valtellina ha una particolarità. L'isolamento e la propensione agricola sono un po' diverse da tutto il resto della Lombardia. Io ho lavorato e vissuto in ambienti molto urbanizzati, dove i problemi delle periferie, di ordine pubblico, erano decisamente più marcati. Qui è stato molto meno faticoso rispetto a quello che ho fatto in altre realtà. Le origini agricole di questa società ricordano tante le mie. Io sono uno che viene dall'estremo sud, da quella Sicilia con il territorio prettamente agricolo, dove si lavorava seriamente, come si fa qui nei vigneti", ha concluso il capo della polizia di stato in provincia di Sondrio. Entro pochi giorni si conoscerà il nome del suo sostituto.

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