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Martedì, 19 Marzo 2024
la storia / Gordona

"Addio monti, il lupo ha vinto"

La storia di Sergio Mazza costretto a salutare per sempre la Val Soè (Valchiavenna) per salvare le sue pecore dopo un'estate di predazioni: "La coesistenza con il lupo è una battaglia persa. Non c'è soluzione"

"Addio, monti". A dirlo questa volta non è Lucia Mondello, il manzoniano personaggio de "I promessi sposi", ma è un allevatore della Valchiavenna di nome Sergio Mazza. "Addio Val Soè la biodiversità ha vinto, il lupo ha vinto. Non mi vedrai più ripristinare i sentieri, a togliere i rovi e le piante infestanti, spostare le pietre lasciate dalle slavine, abbellirti per tutti quelli che vengono a visitarti. Il mio posto è stato preso da quelli della coesistenza, verranno loro ora. Non posso costruire recinti, il tuo terreno non si presta. Non posso accudirle giorno e notte, come faccio? Non posso lasciare cani in giro per difenderle, non me lo perdonerei. Non posso lasciarle in stalla piena di mosche nei mesi in cui i tuoi pascoli sono in fiore, non me lo perdonerebbero", è il malinconico arrivederci dell'allevatore per passione di Mese dopo un'estate di predazioni in quota.

Val Soè Valchiavenna-2
La Val Soè (Foto Mazza)

Un addio amaro. "Nella mia vita ho visto piangere mia moglie solo due volte: durante le doglie del parto e quando, quest'estate, il lupo ha ucciso nove delle nostre dodici pecore Suffolk, tra cui due agnelli. Piangevamo come bambini. Il lupo, quando arriva, uccide 9-10 pecore alla volta, mangiandone una sola. Poi torna il giorno dopo per nutrirsi. Pensare alla sofferenza che hanno provato prima di morire, scuoiate dal lupo mentre le insegue ci fa soffrire. Pensare che le abbiamo cresciute con il biberon ad ogni ora del giorno e della notte...".

Allevatore per passione

Da diversi anni, insieme ad altri tre amici, Mazza portava le sue pecore nella vallata trasversale alla Val Bodengo, da aprile ad ottobre. Come prassi in Valtellina e Valchiavenna gli animali venivano lasciati liberi di pascolare. Oggi questa pratica secolare non è più possibile. La presenza dei grandi predatori, lupo in primis, obbliga ad un cambio di gestione: "Per me allevare pecore e capre è più di un hobby. È una passione fortissima, quasi una 'malattia'. Negli anni mi sono attrezzato per gestire al meglio gli animali: ho acquisito il diritto di caricare il bestiame negli alpeggi, ho comprato un trattore e la falciatrice. Solo per passione. Ora non serviranno più".


Le pecore di Mazza in Val Soè

Solo nell'estate 2022 Mazza ed i suoi soci hanno perso più di 50 pecore: "Un amico era salito con 34 capi, ne ha salvate solo 13, mentre un altro amico è tornato a casa con 18 animali dopo che era salito in quota con 32. Non torneremo più". La Provincia di Sondrio, ente preposto alla gestione della convivenza tra uomo e lupo, mette a disposizione delle reti elettrificate per contrastare le predazioni. "Purtroppo la Val Soè non si presta alle recinzioni. Con i tecnici provinciali abbiamo fatto anche dei sopralluoghi ma non è possibile. Viste le pendenze della montagna e la presenza dell'acqua, il lupo passerebbe comunque. Ci sarebbero le compensazioni economiche, elargite in caso di animali depredati, ma con questa burocrazia passa la voglia di contrattare", aggiunge il valchiavennasco il quale, dopo il ritrovamento delle carcasse ad agosto, ha velocemente riportato sul fondovalle gli ovini sopravvissuti, rinunciando anche alle ferie estive.

Provocazione per riflettere

L'attenzione mediatica attorno al delicato tema dalla presenza di grandi predatori, dopo il ritrovamento di una testa di lupo mozzata e la conseguente manifestazione organizzata da più associazioni ambientaliste, è quanto mai forte, soprattutto in Valchiavenna. Lo sa bene Mazza. Nei giorni scorsi, con un messaggio via social network, ha voluto pubblicamente denunciare quanto accadutogli. "Non riesco a liberarmi delle pecore sopravvissuto, le uniche rimaste del gregge. Ma una cosa la posso fare, ed é quella di lasciarle libere di salire da te e saltare e godere gli ultimi giorni dei verdi pascoli, verrò a raccogliere i loro collari e i campani perché quelli il lupo non li mangia. Addio amiche miei addio, un giorno ci ritroveremo (forse). La vita è fatta di fasi cicliche, forse non io ma qualcuno dopo di me, riprenderà a prendersi cura di voi. Addio Val Soè abbi cura di loro, me lo devi", ha scritto provocatoriamente.

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Il lupo uccide e poi torna a mangiare nei giorni seguenti (Foto Mazza)

Parole forti scritte con lo scopo di denunciare la complessità della situazione. "Le pecore resteranno qui con noi. I miei amici hanno deciso di vendere le loro pecore ma io, così 'a caldo', non me la sento. Non le abbandono anche se nella stalla soffrono. Dovrebbero essere libere in quota. Sarò costretto ad alzare le recinzioni visto che il lupo oramai d'inverno scende sul fondovalle. Bisogna capire che oggi non può più esistere l'allevamento per passione. La coesistenza con il lupo è una battaglia persa. Non c'è soluzione".

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