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Cure più rapide

A Sondrio si accorciano i tempi di cura dei tumori

Grazie all'ipofrazionamento diminuisce il numero di sedute e si alleviano i disagi dei pazienti

La stessa efficacia terapeutica attraverso l'erogazione di una dose di radiazioni più elevata, in un numero inferiore di sedute, per accorciare il periodo di cura e diminuire l'impatto sulla vita familiare, sociale e lavorativa dei pazienti: è la logica della dell'ipofrazionamento che da alcuni mesi è stato introdotto nel reparto di Radioterapia oncologica e Medicina nucleare dell'Ospedale di Sondrio. Si passa da 38 a sette sedute per il tumore alla prostata, da 30 a 5 per quello alla mammella: una riduzione drastica che allevia i disagi dei pazienti che devono recarsi tutti i giorni in ospedale per sottoporsi al trattamento, in particolare per coloro i quali risiedono fuori Sondrio, in Valchiavenna e in Alta Valtellina ma anche nelle province di Como e di Lecco.

L'Ospedale di Sondrio, all'avanguardia nella Radioterapia oncologica, infatti, grazie alle apparecchiature di ultima generazione e all'alta specializzazione del personale, si pone al livello dei più importanti presidi lombardi e dei centri specializzati nella cura delle neoplasie mammarie e prostatiche, le più diffuse. Tra i 304 pazienti visitati e sottoposti a cure radioterapiche nei primi otto mesi del 2022, 85 erano donne affette da tumore alla mammella e 45 uomini con cancro alla prostata. Numeri record, che aumentano mese dopo mese: all'inizio dell'anno sono stati eseguiti 11.150 esami e 3310 prestazioni di radioterapia. 

Il reparto

Il reparto di Radioterapia oncologica e Medicina nucleare, situato al piano interrato del padiglione est, è diretto dal dottor Claudio Barbonetti, coadiuvato da altri sei medici specialisti, nove tecnici e un coordinatore, cinque infermieri, oltre alla collaborazione dei fisici sanitari. Un organico praticamente al completo che consente la presa in carico immediata dei nuovi pazienti, senza liste d'attesa, che verrà ulteriormente potenziato con l'assunzione di un altro medico, per il quale è aperto il bando di concorso, e con l'ingresso di specializzandi dell'Università Bicocca di Milano che ha scelto l'Ospedale di Sondrio quale ospedale per l'insegnamento.

La nuova terapia

Gli studi sull'ipofrazionamento hanno avuto un forte impulso negli Stati Uniti e in Canada dove le radioterapie, concentrate nelle grandi città, accolgono pazienti provenienti da zone distanti anche alcune centinaia di chilometri. L'emergenza pandemica ha ulteriormente spinto in questa direzione allo scopo di ridurre i rischi per pazienti fragili che devono recarsi in ospedale, contenendo le presenze nelle sale di attesa. "Per quanto riguarda il tumore alla mammella abbiamo aderito al protocollo "Fast forward", che segue le linee guida di Astro, la Società americana di radioterapia oncologica - spiega il dottor Barbonetti -. I risultati di dieci anni di controlli sulle pazienti con determinate caratteristiche hanno certificato una reale equivalenza nel risultato terapeutico tra il frazionamento convenzionale e l'ipofrazionamento. Quando la situazione clinica lo consente, per le donne giovani passiamo da 30 a 15 sedute, mentre per chi ha tra i 55 e i 70 anni, e non presenta fattori di rischio elevati, e per tutte le ultrasettantenni scendiamo a cinque soltanto, creando minori problemi a chi risiede lontano da Sondrio". 

Un disagio che è logistico ma anche psicologico, considerato l'impegno quotidiano prolungato che prevede la radioterapia standard, con l'ingresso in una struttura ospedaliera, seppure per i pochi minuti necessari alla radioterapia: i pazienti con grande sollievo apprendono del nuovo servizio offerto dall'ospedale di Sondrio. Come è avvenuto, soltanto pochi giorni fa, per un paziente affetto da tumore alla prostata residente in un Comune della provincia di Como distante oltre 50 chilometri da Sondrio, al quale è stato comunicato che dovrà presentarsi per sette volte, anziché per 38, per sottoporsi alla terapia. "Per il tumore alla prostata, - continua il dottor Barbonetti - risulta fondamentale il lavoro svolto nell'ambito dell'équipe multidisciplinare che abbiamo creato all'interno dell'Asst Valtellina e Alto Lario tra le Unità organizzative complesse di Radioterapia, Oncologia e Urologia, attraverso la Prostate Unit, con i medici specialisti che valutano i casi singolarmente per individuare la terapia più indicata. Da giugno, in stretta collaborazione con l'Urologia diretta dal dottor Pierluigi Giumelli, selezioniamo i pazienti con determinate caratteristiche diagnostiche organizzando sette sedute radioterapiche a giorni alterni in stretta collaborazione con i colleghi della Fisica sanitaria che svolgono un ruolo fondamentale nella definizione della terapia ipofrazionata".

Un reparto all'avanguardia, con servizi innovativi, che offre una risposta efficace e immediata al bisogno di cura dei pazienti affetti da tumore: i numeri in progressivo aumento della Radioterapia oncologica e Medicina nucleare evidenziano come siano sempre di più i valtellinesi oggi in cura all'ospedale di Sondrio che in passato si rivolgevano a strutture di fuori provincia, così come i residenti nelle province limitrofe, Como, Lecco e anche Brescia, che si rivolgono all'Asst Valtellina e Alto Lario.

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