Lo stop all'eliski in Val di Lei non piace agli operatori turistici
La lettera di 26 operatori economici della Valle Spluga ai sindaci di Piuro e Madesimo e alla Comunità Montana: "Ordinanza destinata a generare ingenti danni al turismo invernale. Discutiamone insieme"
Agli operatori turistici della Valle Spluga non piace l'ordinanza del Comune di Piuro di vietare la pratica dell'eliski in Val di Lei. È con una lettera, indirizzata al sindaco piurasco Omar Iacomella e alla collega di Madesimo, Daniela Pilatti, oltre che al presidente della Comunità Montana della Valchiavenna, Davide Trussoni, che 26 operatori economici del territorio hanno richiesto un incontro urgente per affrontare il tema.
"A nostro parere si tratta di un'ordinanza destinata a generare ingenti danni al turismo invernale della Valle, già gravemente depotenziato dalla chiusura di due tra i più importanti impianti di risalita del comprensorio sciistico della Valchiavenna. Tale chiusura determinerà, come ragionevole pensare, un calo delle presenze nelle diverse località di destinazione, rendendo nel complesso il comprensorio sciistico meno appetibile sia per i turisti italiani, ma soprattutto per i turisti stranieri, il cui afflusso infrasettimanale risulta particolarmente rilevante anche in ragione della capacità di spesa di questo particolare segmento di clientela", si legge nella lettara.
Per gli operatori turistici della Valla Spluga l'eliski gioca un ruolo fondamentale come "fattore attrattivo proprio nei confronti della clientela turistica estera, concorrendo ad alimentare una fetta importante del movimento turistico stagionale, soprattutto l'indotto sulle strutture ricettive, di ristorazione e commerciali della zona. Si tratta di una clientela affezionata al territorio, fidelizzata con pazienza e dedizione dagli operatori, che certo non merita di essere regalata ad altri comprensori sciistici. Decisioni come le ordinanze di questo tenore non fanno che rendere più problematica la sostenibilità economica delle attività legate al turismo invernale, già minacciato da un trend dell'apporto nevoso sempre più incerto, con stagioni che andranno verosimilmente ad accorciarsi".
La situazione è delicata visto che la Skiarea Valchiavenna ha deciso di sostituire due dei suoi impianti più vecchi ed obsoleti: la funivia del Groppera e la seggiovia della stessa Val di Lei. Un investimento importante, stimato in 30 milioni di euro, che dovrebbe durare 2 anni. "Essendo questo un momento molto critico rispetto alla mancanza degli impianti in quota, riteniamo che togliere anche l'indotto dell'eliski sia ancor più penalizzante per le nostre attività che come ben sappiamo, faticano a proporsi dal lunedì al venerdì, avendo un turismo di prossimità. Inoltre crediamo che queste decisioni andrebbero programmate e concertate con tutti gli attori del territorio, in modo da poter proporre alternative interessanti, evitando chiusure drastiche".