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Lupo ucciso nel Parco dello Stelvio, gli animalisti: "Colpa di fake news e ignoranza"

Il cartello delle associazioni protezionistiche ed ecologiste di Valtellina e Valchiavenna attacca anche il silenzio delle istituzioni

Dopo l'uccisione di un esemplare di lupo nel Parco Nazionale dello Stelvio, in un comunicato congiunto, le associazioni protezionistiche ed ecologiste di Valtellina e Valchiavenna (LEIDAA Sondrio,  Cros Varenna, Legambiente Valchiavenna, ORMA Morbegno, Mountain Wilderness e WWF Valtellina Valchiavenna) hanno espresso il loro punto di vista sul tema spesso dibattuto della presenza del lupo sul territorio della provincia di Sondrio.

Lupicidio al Parco dello Stelvio, fake news e silenzio delle istituzioni

"Atti gravissimi e criminosi come l’uccisione di un lupo nel Parco Nazionale dello Stelvio hanno la loro origine anche nella diffusione di false notizie propagate ad arte, per lo più, o per scarso approfondimento delle tematiche trattate, (fake news) diventate sempre più frequenti sia sulla stampa che sui social. Presunti minacce e assalti a persone, predazioni di animali domestici, causa di incidenti stradali sono titoloni che si leggono. Il tutto riportato spesso senza alcuna verifica delle fonti, unicamente perché la paura, addirittura il terrore, le foto splatter e quelle di poveri, teneri animaletti uccisi dal feroce/tremendo/pericoloso lupo fanno vendere e producono fra i cittadini il “giusto clima” di timore e profonda preoccupazione".

"Addirittura si è arrivati all’uccisione di un esemplare in un Parco Nazionale senza che uno straccio di sindaco, consigliere provinciale o comunale, consigliere di minoranza, consigliere di quartiere, insomma un rappresentante delle Pubbliche Istituzioni si sia preso la briga di condannato il lupicidio: quindi a breve possiamo aspettarci ben altro. Quando poi si scopre che queste false notizie, sono appunto false (fake), le eventuali smentite, le poche volte che si leggono sui media, non vanno a scalfire l’opinione complessiva che il lettore si è fatto

"Si incappa sempre più di frequente in descrizioni di lupi che si aggirano tra le case in cerca di carne fresca e di teneri pargoletti da sbranare, quando nella realtà si è per esempio di fronte a un video che mostra un lupo disturbato da un’auto in frazione Castanedi di Menarola (Gordona), luogo immerso nel bosco e praticamente disabitato. Le due persone che hanno filmato il lupo erano serene e per niente impaurite".

"Nei giorni scorsi l’articolo di un giornale locale riportava la segnalazione estratta dalla pagina Fb. di P. P. Montano 'Avvistati due lupi in via Santa Cristina a Tresivio si tratta di un adulto e un novello, avvistati nei pressi del centro abitato, nelle vicinanze di un recinto che ospita un gregge di pecore ciute, razza autoctona e in via di estinzione'. Un’ informazione falsa da un punto di vista scientifico, in questo periodo dell’anno infatti non è possibile distinguere un lupo adulto da uno nato nell’anno, perché il giovane ha già raggiunto le dimensioni di un esemplare adulto e quindi non è possibile ravvisare differenze".

"Addirittura il lupo viene accusato di essere un predatore, ma questa è la sua natura e se preda qualche povero e incolpevole ungulato, lo fa solo per nutrire sé e la sua 'famiglia', non certo per crudeltà, odio, rabbia verso altri esemplari della fauna. '...A Verzedo confermata la predazione di un capriolo...' Nel cacciare le prede naturali svolge un importante ruolo ecologico: elimina esemplari malati e più deboli, esercita una selezione sulla numerosità e sulla genetica delle popolazioni e tiene sotto controllo il loro numero. Non bisogna smettere di evidenziare come frequentemente i caprioli siano 'vittime' degli inseguimenti e delle lesioni (spesso mortali) procurate da cani lasciati liberi e incustoditi, anche in presenza dei proprietari che non li tengono al guinzaglio. L’istinto atavico ancora presente nel cane fa si che, non appena fiutano la traccia del selvatico, partano al suo all’inseguimento".

Otto branchi di lupi in Valchiavenna

"Più recentemente la notizia della presenza di otto branchi di lupo in Valchiavenna rappresenta il classico falso da non conoscenza-scientifica; è anche questo è un bello 'sfondone' da terrapiattisti. Dovremmo cominciare a chiarire il termine numerico di branco che non è composto da decine di lupi famelici e assatanati da cui la bava rossastra mista al sangue dell’ultima vittima innocente cola fra i canini e gli incisivi, ma è sostanzialmente formato da una coppia genitoriale, più due-tre novelli delle ultime cucciolate, quindi il branco standard è composta da 4 o 5 lupi adulti e sub- adulti. La dimensione media del territorio necessaria per il sostentamento di un branco di lupi sulle Alpi è di circa 200 kmq, da questo dato si può facilmente desumere come la Valchiavenna che ha una superficie complessiva che non arriva a 600 kmq, con paesi, abitati, infrastrutture antropiche di ogni genere non potrebbe ospitare un numero così elevato di esemplari. Quando in un branco gli esemplari sono troppi per le risorse alimentari disponibili, si verifica il fenomeno della dispersione, cioè gli esemplari giovani si allontanano dal gruppo alla ricerca di nuovi territori da colonizzare".

"Il culmine di questa campagna diffamatoria è stato raggiunto alcuni giorni fa quando, dalla pagina social di un sedicente professore, difensore della ruralità alpina, è stata diffusa la notizia di 'un uomo probabilmente sbranato dai lupi' in Polonia. Una falsità bella grossa ! Nell’articolo del sito polacco infatti si afferma che non è possibile attribuire l’episodio a un’aggressione da parte dei lupi. Non c’è nemmeno rispetto per una tragica vicenda, ogni notizia che possa essere ricondotta alla ferocia e alla pericolosità di questa specie viene strumentalizzata ai fini della propaganda terroristica anti- lupo".

"Le Alpi lombarde sono probabilmente il luogo delle Alpi italiane con la presenza di lupo più limitata, in quanto rappresentano una zone di recente colonizzazione. Il nostro ruolo di sapiens è quello di trovare l’equilibrio giusto fra noi e i nostri cugini selvatici, a qualsiasi specie appartengano perché in questo ultimi secoli....se qualcuno è stato feroce, crudele, pericoloso, persecutorio e predatore verso gli altri esseri viventi è stato sicuramente l’animale uomo!".

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