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8 marzo

Pochissime vie intitolate a donne, a Sondrio una mimosa per sensibilizzare

L'iniziativa di Michele Bernardi, ex consigliere comunale, in occasione della festa delle donne: "In città le intitolazioni a quasi solo a uomini. Un rametto di mimosa in alcuni luoghi simbolo che non hanno dedica o a cui si potrebbe cambiare dedica". Le foto

Nella cittadina di Sondrio le vie e le piazze dedicate a donne si contano sulle dita di una mano, soltanto 4 su un totale di 262. Un numero esiguo che merita una riflessione. A rilanciare il dibattito pubblico, in occasione dell'8 marzo, è Michele Bernardi, già consigliere comunale tra le fila del Partito Democratico, autore di una campagna di sensibilizzazione in alcuni luoghi "strategici" della città con la posa di un rametto di mimosa, simbolo per eccellenza della festa delle donne.

"L'anno scorso, a ridosso dell'8 marzo, avevo condiviso alcune mie riflessioni su come la toponomastica cittadina di Sondrio sia dedicata quasi solo a uomini, proponendo di cambiare il nome di una grande via e dedicarla a Loredana Vanoi (ex consigliere comunale vittima di femminicidio, ndr) per lanciare il messaggio che la città rifiuta la violenza sulle donne. L'amministrazione comunale aveva recepito rapidamente il messaggio ed avviato un dialogo per arrivare ad una dedica importante per una concittadina che è diventata, suo malgrado, un simbolo della violenza di genere"  spiega Michele Bernardi.

Sondrio, mancano vie intitolate a donne. L'iniziativa per l'8 marzo

"Sinceramente credo che si possa e si debba fare di più quindi ho lanciato un'iniziativa per questo 8 marzo: portare un piccolo rametto di mimosa in alcuni luoghi simbolo della città che non hanno dedica o a cui si potrebbe cambiare dedica. La via Maffei è stata dedicata nel 1961 ad Antonio Maffei: fu arciprete di Sondrio a metà del 1800, storico e insegnante ed infine si ritirò in seguito alle furenti polemiche sulla sua vita privata. Prima del 1961 la via si chiamava via Gere, a 60 anni di distanza perché non cambiare un'altra volta e dedicarla ad una donna?" ha continuato il promotore dell'iniziativa.

In Sondrio sono tanti i cantieri in corso o appena conclusi. L'occasione giusta per intitolarli a qualche donna meritevole. "I ponti cittadini sul Mallero sono quasi tutti privi di un nome, perché non dedicarli a delle donne? Sarebbe molto semplice ed aiuterebbe a riequilibrare l'enorme squilibrio di genere che c'è nella toponomastica. Questi sono degli esempi, ma ce ne sarebbero molti altri: non mi risulta che l'ospedale di Sondrio abbia una dedica, allora perché non a Rita Levi Montalcini che fu insignita del premio nobel per la medicina? Dedicare vie a donne non farà superare le differenze di opportunità lavorative e sociali, ma se non sappiamo fare nemmeno questi piccoli gesti come pensiamo di poter andare oltre?" conclude Bernardi.

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