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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il bilancio

La montagna va rispettata, in tutti i sensi

L'intervista al presidente uscente della Sezione valtellinese del Cai Paolo Camanni che traccia un bilancio dei suoi anni alla guida dell'associazione e affronta i temi di più stretta attualità relativi alle "terre alte"

Anni intensi, difficili anche a causa della pandemia da covid-19, ma in cui l'attività della Sezione è comunque andata avanti grazie a un ottimo lavoro di squadra: il Cai Valtellinese di Sondrio ha vissuto molte sfide sotto la guida del presidente Paolo Camanni e del suo affiatato gruppo di lavoro e ora si appresta ad affrontarne altre, a partire dalla nomina del nuovo gruppo dirigente.

Signor Camanni, qual è il bilancio dei suoi anni da presidente della sezione Valtellinese del Cai?

"Innanzitutto devo dire che non mi sarei mai aspettato di diventare presidente, non pensavo di essere degno dell'incarico visto quelli che erano stati i miei illustrissimi predecessori. Però mi sono assunto questa responsabilità e questo onore e devo dire che si è trattato di un'esperienza molto ricca e impegnativa. Durante la mia presidenza sono 'incappato' anche nel covid-19, ma devo dire che siamo riusciti a gestire bene il periodo pandemico, regolando gli accessi alla sede come possibile e proseguendo prima online e poi di nuovo in presenza le nostre attività. In ogni caso non avrei potuto fare tutto da solo: all'interno della sezione in tanti si impegnano e si danno da fare tutti i giorni e a loro va il mio grazie".

Quali sono stati i momenti più significativi del suo mandato?

"Abbiamo festeggiato i 150 anni di storia del Cai ed è stato un momento importante che ho avuto il privilegio di vivere da presidente di sezione. Inoltre, proprio la scorsa settimana in assemblea abbiamo ratificato la nostra iscrizione al registro unico del terzo settore. Si è trattato di un grande impegno, ma al contempo di una grande soddisfazione, visto che credo che sia la direzione giusta in cui andare. In provincia di Sondrio ci sono 11 sezioni del Cai, ma la nostra è la più numerosa, con 1500 soci, cinque sottosezioni e 14 rifugi, che presto saranno 15. Rappresentiamo un punto di riferimento per quanto riguarda le tematiche ambientali e possiamo vantare un rappresentante nel consiglio della sezione lombarda e uno, Angelo Schena, nel direttivo e nel consiglio centrale".

Ha citato la pandemia da covid-19 che tra le sue varie conseguenze, ha portato anche a una riscoperta della montagna

"Il covid in effetti ha fatto riscoprire come poter vivere all'aria aperta rappresenti una risorsa e una possibilità incredibile ed è letteralmente esploso l'outdoor. In questi ultimi anni, dunque, è cambiato tanto: l'afflusso di massa in montagna è diventato più significativo e anche la ricettività deve adattarsi. Per fare solo un esempio, il rifugio Marinelli prima rappresentava solo un approdo alpinistico per chi si preparava all'ascesa del Bernina, ora invece ha visto aumentare le presenze più puramente turistiche ed escursionistiche e dunque l'attenzione proprio dei rifugi deve essere diversa".

Con l'aumento delle presenze sono aumentati, però, anche il numero di incidenti in montagna. Solo una questione puramente numerica?

"In realtà spesso si va in montagna con un pò di superficialità e non con l'adeguata preparazione. Per arrivare in quota servono allenamento, la giusta attrezzatura e poi non si può neanche pretendere che i rifugi siano alberghi di lusso. In passato c'era grande rispetto per la montagna, direi anche timore. Ora invece ci si butta anche con un pò di presunzione, pensando che tanto poi in caso di problemi basti il telefonino per salvarsi. Una situazione che si riscontra sempre più spesso, specie per quanto riguarda lo sci alpinismo nella stagione invernale".

Altra questione sicuramente spinosa è rappresentata dalla sofferenza delle terre alte a causa dei cambiamenti climatici. Come è possibile affrontare il problema, almeno a livello locale?

"In questi ultimi anni stiamo facendo i conti con un processo di desertificazione delle Alpi che non è assolutamente da sottovalutare e l'emergenza idrica riguarda anche le strutture ricettive in montagna. Il problema è complesso e di livello globale e devo dire che la soluzione adottata in Svizzera, con le coperte posizionate sui ghiacciai, non mi convince. Piuttosto credo che sia necessario dire basta alla costruzione di nuovi impianti che richiedono risorse energetiche spaventose a fronte di una domanda che non è in aumento. Ritengo davvero eccessivo sparare milioni di litri d'acqua per l'innevamento artificiale. Non servono nuovi impianti, ma bisogna mantenere al meglio l'esistente. Stiamo assistendo a un turismo non solo di massa e invernale in montagna, ma anche lento, attento e destagionalizzato. A Bormio ad esempio le presenze estive dei ciclisti superano quelle invernali degli sciatori. Credo sia importante costruire un percorso maturo di auto-tutela per le nostre montagne".

Le montagne della provincia di Sondrio si preparano a vivere e ospitare le Olimpiadi invernali del 2026: favorevole o contrario all'evento?

"Innanzitutto bisogna capire quali gare effettivamente verranno in Valtellina, ma ben vengano le Olimpiadi che non vanno assolutamente demonizzate. È necessario che questo evento venga organizzato con ratio, senza speculazioni ambientali, politiche e infrastrutturali. Vale il discorso fatto in generale per gli impianti sciistici: Bormio e Livigno hanno tutto per ospitare le Olimpiadi, ma i Giochi olimpici non devono essere la scusa per fare altro che proprio con le Olimpiadi non centra nulla, come ad esempio l'impianto al Sasso Nero, in Valmalenco. Comunque già il fatto che non verrà realizzato il villaggio olimpico qui mi sembra un'ottima soluzione". 

"<details open><summary>L'assemblea il 29 marzo: i punti all'ordine del giorno </summary>L'assemblea del Cai sezione valtellinese di Sondrio è stata fissata per martedì 28 marzo alle 8 in prima convocazione e per mercoledì 29 marzo alle 21 in seconda convocazione. Oltre alla ratifica dell'iscrizione dell'ente al Registro unitario del terzo settore, l'assemblea prevede la discussione e l'approvazione della relazione morale d'esercizio 2022, l'esame e l'approvazione del bilancio consuntivo 2022 e di quello preventivo 2023 e la delibera dell'aumento della quota sociale 2024 in base ai limiti che saranno stabiliti dall'assemblea dei delegati 2023. Inoltre, nel corso della seduta verranno eletti quattro consiglieri, tre delegati, tre revisori legali e un revisore supplente. Per quanto riguarda i consiglieri sono in scadenza di mandato Simone Bertini e Laura Gianesini, che potranno essere rieletti, e Paolo Camanni e Camillo Della Vedova che, invece, non potranno più candidarsi per ricoprire questo ruolo. Per quanto riguarda i delegati sono "scaduti" ma rieleggibili Oscar Del Barba, Lorenza Scherini e Maurizio Cittarini e lo stesso vale per i revisori legali Francesco Faldarini, Mauro De Marzi e Riccardo Tagni e per il revisore supplente Valeria Balzarolo.</details>"

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