Impianto di pompaggio al Lago Bianco: chiesto ufficialmente lo stop ai lavori
E' stata depositata una diffida di ben 46 pagine. Le tubature servirebbero per il prelievo dell'acqua necessaria all'innevamento artificiale delle piste da sci
Continua la battaglia per fermare i lavori di realizzazione di un impianto di pompaggio al lago Bianco al Passo Gavia. Le tubature serviranno (o forse sarebbe meglio dire servirebbero visto la battaglia in corso) per prelevare l'acqua dal lago e renderla disponibile per l'innevamento artificiale delle piste da sci.
Un'operazione molto criticata visti i danni ambientali che comporta e che ha portato ora al deposito di una diffida, documento di ben 46 pagine, che chiede ufficialmente lo stop ai lavori. Come riportato dai colleghi di BresciaToday la diffida è stata inviata ai Comuni di Valfurva e Bormio, al Parco dello Stelvio, alla Provincia di Sondrio, alla Regione Lombardia, al Ministero dell’Ambiente: oltre al comitato Salviamo il Lago Bianco, costituitosi già nel 2020, hanno firmato la diffida anche il Cai Lombardia, Mountain Wilderness Italia, il Comitato civico Ambiente di Merate, il Comitato Attuare la Costituzione.
La diffida al cantiere
Il documento, di 46 pagine, entra nel merito di ogni singola contestazione al progetto. “Sono 46 pagine - si legge in una nota del comitato Salviamo il Lago Bianco - dove segnaliamo illeciti ambientali, amministrativi e procedurali. Ci auguriamo ora che le istituzioni prendano seriamente in considerazione lo stop a questo sopruso, perpetrato ai danni di un habitat comunitario protetto, patrimonio di tutta l’umanità”. Per il comitato sono addirittura “disumane” le immagini “ritratte nella giornata di domenica, quando è stata posizionata la macchina perforatrice all’interno del gigantesco cratere realizzato nelle scorse settimane: la trivella è stata lasciata tutto il weekend sommersa da oltre un metro d’acqua, e immaginiamo quindi cosa possa aver percolato in quel liquido che probabilmente proseguirà nella torbiera e nel lago”.
“Restiamo esterrefatti - continua la nota di Salviamo il Lago Bianco - riguardo la totale mancanza di attenzione e cura che si è seguita in queste fasi di lavori, ed anche a causa di questo procederemo in tutte le sedi opportune, nazionali ed europee, al fine di identificare i responsabili. Gli habitat 6150 e 7140 sono già stati vistosamente danneggiati, sia al lago Bianco che al punto di presa antistante il rifugio Berni”.
La raccolta fondi
Il fronte dei contrari al progetto ha organizzato, il 10 settembre scorso, una camminata di protesta che ha coinvolto un centinaio di persone: è ancora attiva anche la raccolta fondi per l’azione legale a tutela del Lago Bianco, “dove – si legge su gofundme.com – sono in atto lavori in accettabili all’interno di un’area inserita nel Parco nazionale dello Stelvio, propedeutici allo sfruttamento delle sue acque come bacino di compensazione per innevamento artificiale a Santa Caterina di Valfurva. Questi lavori – continua la nota – sono contro i principi su cui si fonda lo stesso Parco dello Stelvio, per questo riteniamo importante difendere il lago e tutta la zona del Passo Gavia, dove è sito l’unico esempio di tundra artica in Italia”. Il lago Bianco, come è noto, è l’ultimo (e unico) luogo di tundra artica sulle Alpi: si trova a 2.652 metri di altitudine, in una zona protetta del Parco dello Stelvio.