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Sanità, l'ufficializzazione dello stop per 6 mesi al piano regionale non arriva: i sindaci scrivono a Fontana, Gallera e Sertori

«Decisione che verrà ufficializzata a breve, compatibilmente con l’evoluzione del quadro pandemico in atto» recitava la nota stampa regionale il 9 ottobre scorso. I primi cittadini del Bormiese attendono ancora la conferma ufficiale

L'Alta Valle attende che trepidazione che Regione Lombardia confermi ufficialmente la sua decisione di sospendere per 6 mesi il trasferimento definitivo, dall'ospedale Morelli di Sondalo a quello di Sondrio, delle tre alte specialità (neurochirurgia, chirurgia toracica e chirurgia vascolare) con il ripristino funzionale delle stesse al periodo pre-covid. «Decisione che verrà ufficializzata a breve, compatibilmente con l’evoluzione del quadro pandemico in atto» recitava la nota stampa regionale il 9 ottobre scorso (leggi qui). Dopo due settimane la tanto attesa conferma ufficiale della Regione stenta ad arrivare.

A far notare il ritardo i sei sindaci del mandamento di Bormio, supportati dal presidente della Comunità Montana Alta Valtellina, con una lettera indirizzata al presidente lombardo Attilio Fontana, e ai suoi assessori Giulio Gallera, Welfare, e Massimo Sertori, Montagna.

«In riferimento alle decisioni assunte a seguito dell’incontro del 21 settembre u.s., ovvero la disponibilità di Regione Lombardia al ripristino - per un periodo di sei mesi - delle tre alte specialità (chirurgia toracica, vascolare e neurochirurgia - trasferite a Sondrio, all’indomani della riconversione del Morelli in presidio Covid) compreso il Centro Trauma di Zona, gli scriventi sono a sollecitare la formale ratifica della proposta in quanto preoccupati dalle tempistiche: fatto salvo che i sei mesi decorreranno dall’effettivo ripristino di cui sopra, se la nuova ondata epidemica dovesse protrarsi, la mancanza di una proposta formale vanificherebbe il lavoro dei sottoscritti impegnati da subito nella valutazione di forme gestionali alternative atte a garantire il proseguo della piena attività ospedaliera del Morelli anche dopo tale scadenza temporale» hanno scritto gli amministratori del Bormiese.

«Superfluo infatti sottolineare come, nelle fitte interlocuzioni intraprese, già da un mese a questa parte, con soggetti terzi potenziali attori di un nuovo modello gestionale, sia dirimente lo status quo (soprattutto specificatamente all’offerta di servizi consolidata) al netto della particolare situazione epidemica contingente. A tal proposito, a nostro avviso, si rende necessaria, obbligatoria, immediata e imprescindibile l’opportunità, quanto mai attuale, più volte rimarcata e mai presa in considerazione, di utilizzare il 6° Padiglione, debitamente attrezzato, per due piani ristrutturato ed attualmente chiuso, da destinare a Reparto Covid-19, in modo da avere una struttura non in promiscuità con le altre specialità mediche» hanno scritto dall'Alta Valle per ovviare al possibilità, paventata dalla Regione nelle scorse settimane, di non confermare la propria scelta alla luce delle condizioni pandemiche in atto.

«Tale operazione non comprometterebbe così la piena operatività dell’Ospedale Morelli e nel contempo consentirebbe di abbreviare le tempistiche per il trasferimento delle tre unità chirurgiche e, infine, costituirebbe una definitiva risorsa sanitaria regionale efficace ed efficiente in caso di ulteriori pandemie anche per il futuro. L’ospedale in fiera insegna come la volontà sia il fattore determinante per la realizzazione di alcuni progetti: l’Alta Valtellina sarebbe orgogliosa di essere permanentemente attiva nell’ospitalità di pazienti infettivi dimostrando il suo know out e la sua naturale vocazione, ma non rinunciando ad un’offerta sanitaria completa ed efficace per i suoi cittadini» hanno concluso Damiano Bormolini, Massimiliano Trabucchi, Roberto Volpato, Angelo Cacciotto, Alessandro Pedrini, Ilaria Peraldini, Filippo Compagnoni e Remo Galli (presidente e vicepresidente della Comunita Montana Alta Valtellina).

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