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A Chiavenna un approfondimento su “La prima guerra bianca - Storie di uomini e guerra sui ghiacciai”

Una raccolta unica che narra le storie di uomini sul fronte alpino, un viaggio nel tempo introspettivo a ricordare vite spezzate

Una raccolta unica, per un percorso a ritroso nel tempo che indaga la drammaticità della guerra attraverso i suoi eroi, che narra le storie di uomini sul fronte alpino partendo da uniformi ed equipaggiamenti per arrivare a cimeli e ricordi. Un viaggio nel tempo introspettivo a ricordare vite spezzate o segnate per sempre: gli affetti rimasti a casa, la rigidità del clima sui ghiacciai, la durezza dei combattimenti. L’esperienza di trascorrere mesi ad alte quote, di resistere e di camminare per ore superando terreni accidentati, gli albori di quello che sarebbe diventato l’alpinismo.

“La prima guerra bianca - Storie di uomini e guerra sui ghiacciai”, questo il titolo dell’iniziativa, che oltre alla mostra prevede un ciclo di conferenze, è un progetto nato dalla comune passione per la storia che ha riunito due vecchi amici, Stefano Galli, vice presidente del Gruppo di Ricerca Antacǘch di Villa di Chiavenna, e Andrea Marighetti, trentino, studioso di storia bellica. L’occasione è stata fornita dall’uscita del libro “L’onda del Mera mormori col Piave”, firmato da Germano Caccamo, presidente del gruppo villese, una pubblicazione che raccoglie 169 schede su altrettanti reduci ed eroi della Prima guerra mondiale originari di Villa di Chiavenna, risultato di un lavoro di ricerca durato cinque anni.

Quello che doveva essere un incontro per la presentazione del volume del Gruppo di ricerca Antacǘch si è trasformato in un’iniziativa più articolata che ha trovato il sostegno del Comune di Chiavenna, della Comunità Montana della Valchiavenna, del Consorzio per la Promozione Turistica della Valchiavenna, della Banca Popolare di Sondrio e dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione Valtellinese con la collaborazione della Società storica per la Guerra Bianca, della Fondazione Mario Del Grosso di Prata Camportaccio, del Centro Studi Storici Ugo Cerletti di Conegliano Veneto, del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e del Circolo Culturale Collezionistico Chiavennasco.

“La prima guerra bianca - Storie di uomini e guerra sui ghiacciai” è innanzitutto una mostra dall’alto valore storico, unica per l’Italia, dal valore multidisciplinare, ospitata nella sala conferenze Bertacchi della Banca Popolare di Sondrio, a Chiavenna, che verrà inaugurata sabato 28 settembre alle ore 16.30 alla presenza delle autorità. La collezione di Andrea Marighetti, curatore della mostra, è stata allestita dallo stesso con l’aiuto di Stefano Galli, in collaborazione con la Società storica per la Guerra Bianca e gli altri componenti del Gruppo di ricerca villese. L’esposizione si compone di dodici teche contenenti uniformi, equipaggiamenti, oggetti, decorazioni e documenti relativi alla Grande Guerra combattuta sul fronte alpino, dal confine tra l’Austria e la Lombardia: ampie vallate e cime inaccessibili che toccavano i quattromila metri.

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Ogni cimelio viene descritto nel dettaglio, nelle sue caratteristiche e nell’uso che i soldati ne facevano. Ciascuno ha una storia da raccontare che s’intreccia con quelle dei valorosi alpini, tra i quali moltissimi valtellinesi e valchiavennaschi: giovani strappati agli affetti familiari per combattere contro coetanei che non erano mai stati nemici. Seguendo il percorso espositivo, ammirando le fotografie del Fondo Aldo Bonacossa, pare di rivedere i valorosi alpini del Battaglione “Morbegno”, come Antonio Mazzoni, classe 1897, sul quale Marighetti ha pubblicato un articolo, con la penna d’aquila infilata nella nappina in lana bianca, il tascapane a tracolla con la borraccia e la baionetta per il fucile ‘91.

Avvolti nell’ampia mantellina che li proteggeva dal clima rigido senza impedirne i movimenti, si addormentavano sognando il caldo abbraccio della mamma. Come Mario Del Grosso, Ufficiale di Fanteria originario di Prata Camportaccio, medaglia d’oro della Prima guerra mondiale, e Ugo Cerletti, Capitano Medico, inventore della mimetica da neve e delle spolette a scoppio differito, esposte nella mostra. A ciascuno di loro è dedicata una teca per sottolineare il ruolo svolto nel loro servizio alla Patria, un ricordo dei giovani soldati di Valtellina e Valchiavenna. La mostra tematica di Chiavenna viene proposta cento anni dopo il ritorno a casa dei nostri soldati: il 1919 segnò la vera conclusione della guerra per loro e le famiglie che li attendevano.

I temi proposti nell’esposizione saranno approfonditi in un ciclo di conferenze che si terrà tra la fine di settembre e il mese di ottobre, con inizio alle ore 21. Si comincerà nel giorno dell’inaugurazione della mostra, il 28 settembre, con il curatore Andrea Marighetti e l’incontro dal titolo “Alpini, dalla loro nascita al primo anno di guerra sull’Adamello. Memorie nel ghiaccio”, presso il Cine Teatro Victoria di Chiavenna. Il 2 ottobre, a Villa di Chiavenna, nel polifunzionale di via Bertacchi, Germano Caccamo, presidente del Gruppo di ricerca Antacüch, presenterà il libro sui soldati di Villa di Chiavenna alla Grande Guerra. Venerdì 4 ottobre, Marco Balbi della Società storica per la Guerra Bianca parlerà di “Adamello 1916: gli Alpini conquistano i ghiacciai” al Cine Teatro Victoria. Venerdì 11 ottobre, nel Teatro della Società operaia, Nemo ed Eliana Canetta proporranno una conferenza con immagini dal titolo “Una storia italiana. Il plotone grigio”, mentre il venerdì successivo Valerio Faccenda e Bruno Marcuzzo si soffermeranno sulla storia del chiavennasco Ugo Cerletti alla Grande Guerra al Victoria. Ancora nel teatro di via Picchi, mercoledì 23 ottobre, Guglielmo Scaramellini, concluderà il ciclo di conferenze illustrando la figura di Giovanni Bertacchi e la Grande Guerra. La giornata inaugurale della mostra e il ciclo delle conferenze vedranno inoltre la partecipazione della Musica Cittadina di Chiavenna, del Coro Nivalis di Chiavenna, del Coro Eco del Mera di Villa di Chiavenna, del coro Il cuore Alpino di Chiavenna e del coro “La Compagnia” di Mese.

L’iniziativa, che non ha eguali, propone una lettura della guerra, definita bianca come i ghiacciai sui quali si è combattuta, attraverso cimeli, storie e testimonianze: una riflessione su quanto avvenuto ieri per il tramite di ciò che è rimasto di chi l’ha vissuta.

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