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La polemica

Marco Confortola e i dubbi sulla conquista del Kangchenjunga

L'arrivo sulla cima messo in dubbio dal sito ExplorersWeb e dai racconti di altri alpinisti. Il valtellinese, però, non si cura delle polemiche ("L'orologio è chiaro") e si prepara a scalare il Nanga Parbat, il suo tredicesimo "ottomila"

Marco Confortola si prepara a tornare in Asia, in Pakistan per tentare di raggiungere la vetta del Nanga Parbat che sarebbe il suo tredicesimo e penultimo "ottomila". La vigilia di questo viaggio non è, però, tra le più serene visto che è messa in dubbio la sua impresa più recente, cioè la conquista della vetta del Kangchenjunga, avvenuta un mese fa.

I dubbi

Secondo quanto ricostruito anche dal Corriere della Sera, le perplessità sull'effettiva conquista del Kangchenjunga da parte di Confortola verrebbero sal sito specializzato ExplorersWeb, secondo cui le uniche testimonianze del raggiungimento della vetta sarebbero una foto dell'orologio dell'alpinista valtellinese e poi un altro scatto che, però, sarebbe, secondo quanto scritto dal sito stesso, stato ritagliato dalla fotografia di un altro alpinista che ha raggiunto la sommità dell'"ottomila" lo stesso giorno di Confortola.

Prove, dunque, piuttosto deboli, e che diverrebbero ancora più "scricchiolanti" in base ad altre ricostruzioni: innanzitutto, Seven Summit Treks, il più grande operatore nepalese con cui Confortola ha scalato, non lo ha mai menzionato nella lista dei loro alpinisti di quel giorno: il 5 maggio si è congratulato con Namja Bhote, Shehroze Kashif, Rudi Bollaert, Purnima Shrestha, Ariunzul Chuluunbaatar e Ming Temba Sherpa.

In più, lo scalatore olandese Wilco van Rooijen, una volta tornato a casa ha riferito come "Confortola è stato il primo ad arrivare al campo base. Lo abbiamo abbracciato e abbiamo pensato che non fosse arrivato in cima perché lo avevamo sentito dallo Sherpa di Lolo [un altro alpinista n.d.a.]. Ma all’improvviso Marco ha indicato di essere arrivato in cima. Ha mostrato con orgoglio le sue foto sul suo telefonino. Era vicino alla cima. Sullo sfondo si potevano vedere circa 4 o 5 alpinisti in tuta rossa che si arrampicavano più in alto. Ma Marco ha detto che la cima era sacra e il luogo dove si era fermato era la cima “rituale”. Cas e io ci siamo guardati. Conosciamo anche le foto degli alpinisti che si erano fermati poco prima della cima “sacra”, ma quel punto sembrava davvero diverso. Inoltre, se vuoi completare i 14 ottomila, devi fornire “foto di vertice” convincenti".

Infine, in questa querelle non aiuta nemmeno il fatto che il team di Confortola aveva confermato che la comunicazione dell'approdo in vetta era arrivata in ritardo per via dei problemi alle batterie del suo telefono satellitare.

Il rientro a casa

Marco Confortola era rientrato a casa subito dopo la conquista della vetta del Kangchenjunga, a causa di alcuni problemi di salute, in particolare un edema corneale che aveva compromesso le sua vista già nelle ultime fasi della scalata. Nonostante questo l'alpinista valtellinese non si è fermato ed è arrivato sulla cima della montagna come dimostrerebbe in maniera inconfutabile secondo il suo punto di vista in questa polemica, la quota riportata sul suo orologio e la data e l'ora indicate, proprio quella del 5 maggio alle 14,30.

Ora, dopo una lunga serie di visite e controlli, i problemi agli occhi sembrano essere definitivamente alle spalle e Confortola è pronto a partire verso il Nanga Parbat, sperando che anche i dubbi e le polemiche relative alla conquista del suo dodicesimo "ottomila" diventino presto solamente un lontano ricordo per lasciare spazio all'ammirazione per l'ennesima impresa compiuta dallo scalatore e guida alpina di Valfurva.

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