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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Privatizzazione nido comunale, sindacati contro il Comune di Sondrio

Chiuso il bando per l'assegnazione de "La Coccinella". L'ennesima critica di Cgil e Cisl sulla scelta dell'Amministrazione Scaramellini: «Privatizzazione mascherata. La qualità del servizio peggiorerà». La preoccupazione per i bambini e per i dipendenti

Scaduti i termini per partecipare alla “Procedura di gara per l'affidamento dell’appalto del servizio di gestione dell’asilo nido comunale La Coccinella” indetta dal Comune di Sondrio tornano a mostrare il loro disappunto, come fatto mesi fa, i sindacati locali. Con un comunicato congiunto Cgil e Cisl della Funzione Pubblica hanno voluto sottolineare nuovamente le forti criticità evidenziate dalla scelta dell'Amministrazione Scaramellini.

«Sin dalle prime indiscrezioni apparse sulla stampa locale avevamo evidenziato che l'ipotesi del processo di esternalizzazione preludeva, verosimilmente, a una privatizzazione di fatto e graduale dell'unica offerta educativa, a gestione pubblica, sulla fascia 0-3 anni del Comune di Sondrio, non rappresentando un miglioramento della qualità nella gestione del servizio. Oggi si confermano le previsioni che si intrecciano negativamente con un graduale ma costante disinvestimento sulle politiche pubbliche di welfare attraverso una spoliazione di beni pubblici a favore del privato» hanno dichiarato dai sindacati.

«Scelte sbagliate»

«E anche in questa fase, rispetto alle scelte complessive adottate, il nostro giudizio non può che essere negativo. In particolare, resterà in seno al Comune di Sondrio la sola gestione amministrativa legata al mero funzionamento burocratico del nido, determinando di fatto una “delega” al privato sugli aspetti maggiormente significativi e che attribuivano al nido comunale una funzione pubblica con uno spiccato orientamento alla qualità del servizio. Al futuro aggiudicatario verranno attribuite, di fatto, tutte quelle attività che di per sé caratterizzano la quotidianità della struttura, diventando il perno delle attività materno-infantili, anche nei confronti degli altri servizi territoriali e specialistici, delle famiglie e in generale della comunità sondriese. Assistiamo pertanto alla spoliazione del ruolo pubblico di governance e di garanzia dell’equità di trattamento dei cittadini per un segmento, quello della fascia 0-3 anni, estremamente importante e delicato» hanno aggiunto da Cgil e Cisl.

La petizione online contro l'estrenalizzazione: più di 600 le firme raccolte

«Senza entrare nel merito dei dettagli del bando, sono molte le criticità riscontrate, sia nei confronti delle condizioni contrattuali con cui il personale verrà impiegato, a nostro avviso non compatibili con il pieno esercizio delle attività e dei compiti indicati e non rispondenti, parrebbe, ai corretti inquadramenti del futuro personale del nido. Monitoreremo attentamente anche questi aspetti, in un’ottica che contempli necessariamente diritti di lavoratori e lavoratrici e qualità dei servizi. Tale privatizzazione mascherata si compie in un momento storico in cui, a favore degli Enti locali, sono previste ampie agevolazioni in termini di fabbisogno assunzionale, rinunciando a una scelta di rafforzamento del servizio pubblico a favore dell’avanzamento del privato. Poco importa se la qualità del servizio, potrà, per evidenti ragioni, peggiorare; poco importa se il personale avrà meno diritti; poco importa se coesisteranno per un certo numero di anni lavoratori con stipendi, diritti e tutele diverse mentre svolgono le medesime mansioni, formalmente con due datori di lavoro diversi: uno pubblico e uno privato» hanno continuato gli enti sindacali.

«Tale decisione, che se non altro esplicita finalmente il vero volto di tale processo, palesando gli intenti politici rispetto al destino (privato) dell’asilo nido, smaschera altresì la pretestuosità delle motivazioni addotte sino ad ora da parte dell’Amministrazionecomunale, circa l’impossibilità o difficoltà di sostituire il personale educativo. Da parte nostra, ribadiamo la forte preoccupazione rispetto all’ennesimo arretramento del servizio pubblico nel nostro territorio, per le prevedibili conseguenze che ci saranno sia nei confronti di lavoratrici e lavoratori, sia rispetto alla qualità del servizio» conclude la nota.

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