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Martedì, 23 Aprile 2024
Coronavirus

Dopo la firma al Dpcm è stallo. L'attacco di Fontana: «Inaccettabile fare scelte su dati vecchi di 10 giorni»

Lo sfogo del presidente lombardo contro le scelte del Governo: «Le valutazioni siano fatte sulla base di dati aggiornati ad oggi, tenendo conto delle restrizioni già adottate in Lombardia, dei sacrifici già fatti dai lombardi per contenere la diffusione del virus, e dai quali registriamo un primo miglioramento»

In Lombardia sono ore di stallo e attesa. Dopo la firma del nuovo Dpcm da parte del premier Giuseppe Conte, la Regione è in attesa di capire in quale fascia la Lombardia verrà inserita seppur i dati, a detta del presidente lombardo Attilio Fontana, siano troppo vecchi per restituire una "fotografia" attuale dell'andamento epidemiologico. È scontro aperto tra la Lombardia e il Governo ed è lo stesso Fontana a palesare il disagio.

«Facciamo chiarezza. È entrato in vigore il nuovo Dpcm che regolamenta le azioni per il contenimento del Covid, territorio per territorio, sulla base di 21 indicatori tecnici analizzati dal Comitato Tecnico Scientifico nazionale. Ora è un’ordinanza del Ministero della Salute, non dell’amministrazione regionale, che, sempre sulla base della valutazione dei dati da parte del Cts, deve stabilire in quale fascia si trovi ogni Regione: Gialla, Arancione o Rossa, con i conseguenti diversi livelli restrittivi. Fino a questo momento non ci è stato comunicato niente dal Governo e non sappiamo in quale ‘Fascia’ la Lombardia si collochi» ha scritto su Facebook il presidente di Regione Lombardia.

«Da nostre informazioni, l’ultima valutazione della Cabina di Monitoraggio del CTS con l’analisi dei 21 parametri risale a circa 10 giorni fa. Ciò è inaccettabile. Le valutazioni devono essere fatte sulla base di dati aggiornati ad oggi, tenendo conto delle restrizioni già adottate in Lombardia, dei sacrifici già fatti dai lombardi in questi 10 giorni per contenere la diffusione del virus, e dai quali registriamo un primo miglioramento. Sto insistendo perché, prima che si stabilisca dove la Lombardia si collochi, i dati devono essere aggiornati» ha concluso Fontana.

Cosa c'è nel nuovo Dpcm

Quali sono i criteri per collocare un territorio o un'intera regione in zona rossa, zona arancione o zona verde? Il report dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero che dividerà l'Italia in tre fasce di rischio, è composto da 21 indicatori: dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva alla capacità di fare il tracciamento, dalla diffusione del coronavirus alla rapidità nel fare i tamponi.

Il criterio più importante è la classificazione complessiva del rischio che va da alto a moderato. Poi ci sono gli scenari, che si basano sull'indice di contagio Rt e che hanno un livello tra 1 e 4 e che al momento classificano cinque regioni a rischio lockdown totale. Il combinato disposto di questi due indicatori (rischio alto e scenario 4) porta a finire nella zona rossa. Una zona arancione presenta invece un livello di rischio alto/intermedio.

Le regioni più a rischio dovrebbero essere Lombardia, Piemonte e Calabria oltre alla provincia di Bolzano. In zona arancione dovrebbero esserci invece Campania, Puglia, Veneto, Liguria e Valle d'Aosta. Ma proprio sui dati, ovvero sui numeri che dovrebbero essere incontrovertibili, si è nel frattempo scatenata la polemica rilanciata da Attiio Fontana.

Alla fine, sarà il ministro della Salute, Roberto Speranza, ad assumersi la responsabilità di firmare le ordinanze che faranno scattare il lockdown nei territori. L’ordinanza avrà validità per quindici giorni.

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