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Lombardia "zona rossa", Pedrazzi: «Come valtellinese posso dire che il nostro territorio ha già fatto enormi sacrifici»

Dure critiche al Dpcm di Conte arrivano anche dal consigliere regionale della Lega Simona Pedrazzi

«Il governo Conte, nel nuovo DPCM ha diviso l’Italia in zone utilizzando dati che risalgono a 10 giorni fa e ormai superati. Ennesima dimostrazione della sua inadeguatezza e incapacità ad ascoltare le Regioni. In Lombardia, infatti, dove il Presidente Fontana ha per primo emanato un’ordinanza restrittiva, si stanno cominciando a vedere risultati positivi. È su quest'ultimi risultati che il governo avrebbe dovuto fare le sue valutazioni, piuttosto che come al solito, arrivare in ritardo». Così Simona Pedrazzi, consigliere regionale della Lega, commenta il nuovo DPCM emesso dal governo.

«Come cittadina valtellinese - prosegue - posso solo dire che il nostro territorio ha già dovuto fare enormi sacrifici, non solo in termini economici e produttivi. Le nostre valli sono meno densamente popolate delle aree metropolitane e meritano più attenzione da parte di questo governo, con provvedimenti ad hoc. Tra poco partirà la stagione sciistica e dobbiamo essere pronti per non perdere anche questa occasione. Regione Lombardia insieme ad altre Regioni si è immediatamente attivata per presentare un protocollo al governo contenente delle linee guida, ma ad oggi, come al solito non abbiamo avuto ancora alcun riscontro. Se i gestori degli impianti non potranno aprire, significa che a subirne le conseguenze saranno anche i maestri di tutte le specialità sciistiche, i ristoratori, gli albergatori, gli addetti alle pulizie, i manutentori, i comuni.. intere categorie che rischiano di morire per sempre. Servono risposte immediate, che consentano anche agli innevamenti di potere cominciare subito, oggi stesso, per salvare il salvabile».

«Il Ministro Speranza - conclude Pedrazzi- ha la possibilità di differenziare le province lombarde in base alla gravità delle rispettive situazioni territoriali. Il Presidente Fontana, chiederà quindi al Ministro di effettuare questa differenziazione, ma questa volta basandosi su dati reali e aggiornati, che, ribadisco, evidenziano una situazione in miglioramento. Purtroppo, temo che come sempre non saremo ascoltati. Se il governo pensa di indebolire Regione Lombardia, si sbaglia perché così facendo spinge ancor di più la nostra voglia di autonomia».

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