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Sabato, 20 Aprile 2024
Coronavirus

Covid, Conte presenta il Dpcm spostamenti: «A Natale e Capodanno vietato uscire dai comuni»

Il premier su pranzi e cene: «Noi non possiamo entrare nella case delle persone e imporre delle stringenti limitazioni, ma introduciamo la forte raccomandazione di non ricevere a casa persone non conviventi. È una cautela essenziale per noi stessi e per proteggere i nostri cari»

Il premier Giuseppe Conte ha presentato, negli scorsi minuti, il nuovo Dpcm (Decreto presidente Consiglio) sulle misure per contenere la pandemia da Covid-19 durante le feste natalizie. «Sarà un Natale diverso, ma non meno autentico», ha detto il premier. 

«Occorre impegno ed attenzione e continuare su questa strada finchè il vaccino. In prossimita di Natale tutte le Regioni saranno gialle», ha annunciato il premier (Fontana ha detto ai giornalisti che la Lombardia lo diventerà l'11 dicembre). «Stiamo evitando lockdown generalizzato che sarebbe stato molto penalizzante sia in termini econiomici che sociali», ha proseguito Conte. «I risultati ci confortano ma non possiamo abbassare la guardia. Per questo motivo dobbiamo portare avanti un piano di ulteriori misure restrittive. La strada e' ancora lunga, dobbiamo evitare la terza ondata», ha aggiunto.

Raccomandazione alle feste solo con conviventi

Feste solo con i conviventi, quindi. «Dobbiamo intenderci: noi non possiamo entrare nella case delle persone e imporre delle stringenti limitazioni, ma introduciamo una forte raccomandazione, cerchiamo tutti di rispettarla. Quella di non ricevere a casa persone non conviventi, è una cautela essenziale per noi stessi e per proteggere i nostri cari», ha sottolineato Conte. «I negozi da venerdì 4 dicembre al 6 gennaio potranno rimanere aperti fino alle 21», ha detto ancora il primo ministro. «Ci saranno ulteriori restrizioni nel periodo 21 dicembre 6 gennaio. Vietati tutti gli spostamenti tra Regioni anche per raggiungere le seconde case», ha chiosato. «A Natale, Santo Stefano e primo gennaio anche vietati gli spostamenti da un comune all'altro» continua Conte.

Scuole riaperte il 7 gennaio

Riapriranno il 7 gennaio 2021 le scuole superiori in Italia. È stabilito nel Dpcm di dicembre sull'emergenza Covid-19, presentato dal premier Giuseppe Conte nella serata di giovedì 3 dicembre. La didattica in presenza dovrà essere garantita, nelle scuole superiori, per il 75% degli studenti. 

Prima di quella data, secondo il Dpcm, le scuole si organizzano in modo che l'attività sia garantita a distanza, tranne che per particolari esigenze didattiche come quelle relative agli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali, «garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata». La didattica in presenza, laddove consentita, si svolgerà ancora con uso obbligatorio di mascherine, tranne che per i bambini sotto i sei anni e per gli alunni con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina.

Ribadita anche l'attenzione sui mezzi pubblici, urbani ed extraurbani, che inevitabilmente verranno messi maggiormente sotto pressione alla riapertura di tutte le attività didattiche. I prefetti presiederanno tavoli in cui si definiranno gli orari di inizio e fine delle attività didattiche, raccordati con quelli dei trasporti pubblici, in modo da evitare assembramenti.

Malumori

Ma non sono mancati malumori per le modalità con cui si è arrivati a varare il decreto legge della scorsa notte: il documento, che comprende rigide restrizioni per gli spostamenti sui territori durante le festività, è stato approvato dal governo senza neppure parlarne con gli enti locali. È quanto emergerebbe - a quanto si apprende - dalla Conferenza delle Regioni che si è riunita. Secondo la Conferenza il decreto è stato approvato «in assenza di un preventivo confronto tra le Regioni»: un metodo, afferma, che «contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell'emergenza, considerato peraltro che la scelta poteva essere anticipata anche nel corso del confronto preventivo svolto solo 48 ore prima».

Un mancato confronto, dicono ancora i presidenti regionali che «non ha consentito di portare all'individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie». Quanto ai ristori, la Conferenza sottolinea infine che né nel decreto legge né nel Dpcm «si fa riferimento alcuno a norme sui ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle regioni e dalle province autonome». 

«Ho partecipato alla conferenza delle Regioni che era un passaggio chiave perché abbiamo definito con loro e raccolto le loro osservazioni sulla bozza del dpcm per gestire la pandemia nelle prossime settimane con particolare attenzione al periodo natalizio» ha replicato Conte. 

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