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In Valtellina e Valchiavenna piste vietate per scialpinismo e ciaspole fino (almeno) al 5 marzo

Leggi nazionali e regionali danno ragione al Prefetto della provincia di Sondrio, Salvatore Pasquariello. Vietati sulle piste battute dai gatti "lo sci nelle sue varie articolazioni, lo snowboard, lo sci di fondo, la slitta e lo slittino"

Non sarà possibile praticare attività motoria e sportiva lungo le piste da sci della provincia di Sondrio finchè gli impianti di risalita non saranno riaperti. A dare sostegno alla decisione, presa nelle scorse ore dal Prefetto della provincia di Sondrio, Salvatore Pasquariello, dopo che a Livigno numerosi appassionati praticavano lo sci da discesa risalendo le piste con taxi e mezzi privati vista la chiusura degli impianti (leggi qui), alcune normative vigenti in ambito nazionale e regionale.

Per le autorità, secondo l’articolo 2, comma 1 della legge n. 363/2003, richiamato anche dall’articolo 13, comma 2 della legge n. 26/2014 di Regione Lombardia, sono da considerarsi “aree sciabili attrezzate”, quelle “superfici innevate, anche artificialmente, aperte al pubblico e comprendenti piste, impianti di risalita e di innevamento, abitualmente riservate alla pratica degli sport sulla neve quali : lo sci, nelle sue varie articolazioni; la tavola da neve, denominata snowboard; lo sci di fondo; la slitta e lo slittino; altri sport individuati dalle singole normative regionali”. 

In quest'ottica, seguendo l’orientamento restrittivo dell’articolo 40 del Regolamento regionale 29 settembre 2017, in cui si evidenza come “l’utilizzo delle piste da discesa e destinate agli altri sport sulla neve" sia consentito "entro i limiti di orario di funzionamento degli impianti di risalita”, nei comprensori sciistici di Valtellina e Valchiavenna,  qualsiasi forma di attività sportiva lungo i pendii battuti delle piste da sci sarà vietata fino - almeno - il 5 marzo prossimo.

«Restano fruibili le piste non collegate agli impianti di risalita per la pratica dell’attività sportiva di base e fermo restando il rispetto delle prescrizioni anticovid vigenti per la specifica attività. Resta salva, da ultimo, la possibilità di adoperare le piste nell’eventualità in cui ciò si renda necessario, sia da parte del personale impiegato sia da parte degli ospiti presenti, per raggiungere le strutture ricettive ubicate in vetta, lì dove non via sia altro modo per raggiungerle» si legge in una nota della Prefettura sondriese.

Per dare una risposta definitiva alla spinosa questione il Prefetto ha ritenuto opportuno chiedere chiarimenti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri della Salute e dell’Interno nonché a Regione Lombardia. Interpellati anche  i primi cittadini di Aprica, Bormio, Caspoggio, Chiesa in Valmalenco, Gerola Alta, Livigno, Madesimo, Teglio, Valdidentro, Valdisotto e Valfurva. In molte di queste località, per ovviare alla chiusura di funivie e seggiovie, da mesi, era consentito praticare lo scialpinismo lungo le piste rese praticabili dai gatti delle nevi. Ora la battuta d'arresto.

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