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Restrizioni a Natale? Tremano i settori agroalimentare e del turismo

L'allarme lanciato da Coldiretti Sondrio: "Sarebbe un colpo durissimo per il turismo invernale"

Mentre Governo e Regioni discutono sulle strategie per evitare nuovi lockdown e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana propone il cosiddetto "super Green Pass", anche in provincia di Sondrio gli operatori dei settori agroalimentare, turistico e della ricettività seguono con il fiato sospeso la situazione.

Grande incertezza

Una situazione di grande incertezza determinata da un nuovo aumento dei contagi e che mette a rischio prenotazioni e presenze nel periodo natalizio in Valtellina e Valchiavenna come rimarca Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio: "Con l’incognita di nuove restrizioni in vista del Natale, le filiere di cibo e turismo nelle due province lariane vivono, già oggi, una situazione di marcata incertezza, con l’impossibilità oggettiva di programmare ordini, prenotazioni e, più in generale, ogni cronoprogramma legato all’entrata a pieno regime della stagione invernale. - ha sottolineato Marchesini - E’ impensabile ripercorrere il copione dello scorso anno, con la stagione sciistica annullata all’ultimo minuto, quando già le strutture ricettive si erano attrezzate per poter accogliere i loro clienti: la perdita economica è stata devastante”. 

La recrudescenza della pandemia, nel suo complesso, mette a rischio le vacanze di 10 milioni di italiani, per una spesa di 4,1 miliardi solo per i turisti nazionali, di cui quasi 1/3 destinato al cibo, tra souvenir e pranzi e cenoni in ristoranti e agriturismi, con un forte impatto in un territorio turistico come quello della provincia di Sondrio.

“A pagare il prezzo più salato sarebbero – sottolinea Angelo Cerasa, presidente dell’associazione agrituristica Terranostra - le strutture impegnate nella ristorazione, compresi gli agriturismi. La ripresa dei contagi mette nuovamente a rischio anche il turismo internazionale, e un calo di arrivi soprattutto dal Centro Europa è, oggettivamente, ormai più che un timore. Insomma, senza un’inversione di tendenza, si va verso l’ennesimo duro colpo per il sistema economico e turistico di Valtellina e Valchiavenna”.

A rischio, dunque, un tessuto produttivo già duramente provato dalla pandemia e dalle restrizioni nel 2020 e che ora deve fare nuovamente i conti con scenari preoccupanti relativi alla cancellazione di eventi, alla forte riduzione del cosiddetto turismo di prossimità che, ogni anno, raggiunge le nostre zone anche dalle vicine aree metropolitane per acquistare formaggi, salumi e prodotti alimentari a km zero con cui imbandire la tavola delle feste, magari coniugando il tutto con un fine settimana in Valtellina e Valchiavenna, e alla mancata ripresa del settore della ristorazione tra quelli che ha già dovuto pagare uno dei conti più salati al covid-19.

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