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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus Sondalo

Covid, al Morelli di Sondalo sono 19 i pazienti ricoverati

Tra i contagiati, i tre in condizioni più serie sono tutti non vaccinati. La situazione, comunque è decisamente migliore rispetto a quella di un anno fa

Dall'estate scorsa i pazienti ricoverati all'Ospedale Morelli di Sondalo sono lievemente aumentati ma, da qualche settimana, il loro numero è stabile: oggi sono 19.

L'effetto vaccini

Nulla a che vedere con il mese di ottobre del 2020 quando, proprio in questi giorni, si assisteva all'inizio della seconda ondata della pandemia: ciò che è cambiato è la disponibilità del vaccino con oltre l'86% dei residenti in provincia di Sondrio che risulta immunizzato dopo aver ricevuto la prima e la seconda dose.

Tra i ricoverati vi sono pazienti non vaccinati e vaccinati, ma quelli che versano in condizioni più serie e che attualmente sono ventilati perché faticano a respirare da soli, tre in totale, non hanno ricevuto il vaccino. Alcuni pazienti vaccinati sono stati ricoverati nel reparto covid-19 perché risultati positivi a seguito dei controlli effettuati al momento dell'arrivo in ospedale per infezioni o fratture, e dunque non presentano patologie respiratorie.

Ci sono casi di persone che, seppure vaccinate, manifestano sintomi da covid-19 che si possono aggravare in presenza di altre patologie o di una situazione già compromessa, com'è avvenuto la settimana scorsa per un paziente che è deceduto.

"L'effetto vaccinazione è evidente: - spiega la dottoressa Chiara Rebucci, responsabile del reparto covid-19 - le statistiche dimostrano che il vaccino ha un effetto protettore e noi qui ne abbiamo conferma ogni giorno. Probabilmente assisteremo a un lieve aumento dei ricoveri, ma nulla a che vedere con l'autunno del 2020: con l'arrivo della stagione fredda ci attendiamo un incremento di forme sintomatiche simili all'influenza che nei soggetti vaccinati si presentano con lievi sintomi, mentre chi è più fragile, non vaccinato oppure vaccinato da lungo tempo può avere delle complicazioni che sfociano in altre patologie, proprio come accade per l'influenza.

Interventi tempestivi

"A questo proposito, - aggiunge la dottoressa Rebucci - invitiamo i pazienti non vaccinati che risultano positivi o i vaccinati ad alto rischio di evoluzione, come soggetti con più di 65 anni, obesi, cardiopatici o diabetici, a rivolgersi a noi in presenza dei primi sintomi poiché nella fase iniziale possiamo intervenire somministrando anticorpi monoclonali, mentre quando la situazione si aggrava diventa più difficile intervenire".

La preoccupazione della dottoressa Rebucci e delle colleghe dottoresse Marta Benedetti e Francesca Antoniazzi, che seguono i pazienti covid-19, oltre alla dottoressa Patrizia Zucchi, attualmente impegnata nel reparto di Tisiologia, che non fa mancare il suo supporto, è quella di impedire che la situazione degeneri e che il reparto si riempia nuovamente. Il vaccino è una scelta responsabile, anche nella terza dose che per gli anziani può essere somministrata insieme all'antinfluenzale, come già avviene nei centri vaccinali.

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