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In Lombardia i mercati scoperti possono riaprire da mercoledì 29 aprile. I vigili diventano "Covid manager"

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: «Potranno esserci solo i prodotti alimentari, con regole precise per garantire la sicurezza di tutti. E' un altro passo verso la "nuova normalità"»

Fase 2, si prova a ordinare le idee e a programmare la ripartenza anche se l'emergenza Covid-19 non è finita. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, infatti, nelle scorse ore ha firmato un'ordinanza contenente le nuove direttive per l'apertura dei mercati scoperti, a partire da mercoledì 29 aprile.

Le amministrazioni comunali potranno riaprire uno o più mercati scoperti presenti sul proprio territorio, limitatamente alla vendita di prodotti alimentari, a patto che facciano osservare una serie di misure di prevenzione igienico sanitarie e di sicurezza. Tra le nuove regole, i Comuni dovranno individuare un appartenente alla polizia locale o un funzionario che assuma il compito di 'Covid manager', per coordinare sul posto il personale addetto, anche con il supporto di volontari della protezione civile, e assistere gli operatori e i clienti del mercato nell'attuazione delle misure previste nell'ordinanza. I Comuni potranno inoltre prevedere ulteriori misure di prevenzione e sicurezza. Restano sospese le fiere e le sagre.

"L'avevamo promesso, l'abbiamo fatto: via libera ai mercati scoperti nei comuni lombardi, da mercoledì 29 aprile. Potranno esserci solo i prodotti alimentari, con regole precise per garantire la sicurezza di tutti. E' un altro passo verso la 'nuova normalità".  Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana

A proposito di 'fase 2' l'assessore agli enti locali Massimo Sertori ha anche precisato che "e' in corso un'azione di sensibilizzazione verso il Governo per capire chi ricomincera' a lavorare non in base al codice Ateco ma in ragione del rispetto delle norme di sicurezza e sanitarie che e' in grado di garantire. Auspichiamo ci siano regole certe previste da un Protocollo uguale per tutti, stabilito che dobbiamo imparare a convivere con il virus".

Su questo tema l'assessore Sertori ha ribadito quanto gia' dichiarato dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana riguardo al settore ristorazione: "pensiamo che il servizio da asporto si possa organizzare. Dire no a tutta la ristorazione potrebbe voler dire penalizzare persone che invece si vogliono organizzare e hanno anche necessito' di riprendere le loro attivita' in condizioni di sicurezza". "Durante la fase critica - ha chiosato l'assessore Sertori - il lockdown e' stato possibile perche' le attivita' indispensabili non si sono mai fermate: le farmacie, i negozi di alimentari, altri servizi essenziali". "Ecco perche' oltre a medici e infermieri e personale sanitario - ha concluso - bisogna riconoscere che popolazione ha avuto uno straordinario senso civico e sono rimaste a casa anche grazie a chi ha operato per garantire i servizi essenziali".

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