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Domenica, 1 Ottobre 2023
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Rivoluzione pronto soccorso: come cambiano gli ospedali anche in Valtellina

Una delibera regionale modifica l'operatività dei pronto soccorso. Tutte le novità

Non più di otto ore in pronto soccorso. Nuove strutture e cure fuori dall'ospedale. Con un solo obiettivo: garantire cure rapide ed efficienti. Lunedì la giunta di regione Lombardia ha approvato una delibera su proposta dell'assessore al welfare, Guido Bertolaso, che si pone l'obiettivo di rivoluzionare il funzionamento dei pronto soccorso. Lo scopo del provvedimento - hanno fatto sapere dal Pirellone - è "riordinare strutture, attività e ruoli del personale medico nell'ambito della rete emergenza urgenza ospedaliera". 

"Nel corso del 2022 sono stati quasi 3,5 milioni gli accessi di pazienti ai servizi di pronto soccorso della regione Lombardia che attualmente conta 99 strutture, esclusi i punti di primo intervento: 13 ospedali con Dea, dipartimento di emergenza urgenza e accettazione di II livello, 44 con Dea di I Livello e 42 con solo pronto soccorso", hanno ricordato dalla giunta. "La delibera si inserisce in un percorso già avviato da regione Lombardia per migliorare l'efficienza del sistema di emergenza urgenza, in un'ottica di gestione complessiva e unitaria del paziente, dal momento dell'evento alla dimissione", hanno proseguito dal Pirellone.

"Cambiamo l'approccio - ha sottolineato Bertolaso - e con esso l'organizzazione non solo del pronto soccorso ma di tutto il settore dell'emergenza e dell'urgenza, dal momento della chiamata al 112 o della richiesta di aiuto del paziente fino alla conclusione del percorso di assistenza. È una riorganizzazione davvero importante che ci impegnerà per diverso tempo e che ci porterà al traguardo finale di un sistema tra i più moderni al mondo".

"Il piano di riordino dà indicazioni affinché le strutture ospedaliere, pubbliche e private, garantiscano l'immediata accoglienza del paziente nelle degenze e la continuità della presa in carico. Il tempo di permanenza in pronto soccorso sarà quindi limitato al tempo strettamente necessario per completare l'iter diagnostico terapeutico d'urgenza, di norma inferiore alle 8 ore. L'indisponibilità di posti letto nelle sezioni di degenza ospedaliere non potrà essere giustificazione sufficiente a impedire l'immediato ricovero del paziente da parte del medico di pronto soccorso: per i pazienti con necessità di trattamenti complessi, nelle strutture sede di Dea di I e II livello dovrà infatti essere sempre prevista una unità operativa complessa di 'Pronto Soccorso e Medicina d'Emergenza Urgenza', che comprenda, oltre al pronto soccorso, attività di Obi, Osservazione breve intensiva e degenza di medicina d'emergenza urgenza", hanno spiegato dalla regione. 

Per i pazienti a bassa complessità "vengono invece implementati due percorsi: uno extraospedaliero, con il potenziamento della centrale medica integrata e dei team di risposta rapida per le cure domiciliari del paziente anziano e fragile, e un altro intraospedaliero con la predisposizione, in ogni Dea, di un ambulatorio specificatamente dedicato ai codici minori", l'altro capo della rivoluzione. "L'obiettivo - ha ribadito Bertolaso - è ridurre i tempi di attesa che, a volte, soprattutto per le situazioni meno gravi, sono davvero troppo lunghi. Mettiamo ordine al processo e sfruttiamo la tecnologia: molti problemi possono essere risolti con la telemedicina, evitando così che i pazienti si rechino in ospedale".

Dal Pirellone sono comunque consapevoli che "la specialità di medicina di emergenza e urgenza registra attualmente una grave carenza di professionisti e progressiva riduzione di attrattività", motivo per cui l'organico sarà adeguato. "Chi ha bisogno del Pronto Soccorso ha diritto di essere assistito al massimo - ha concluso l'assessore - ma anche chi ci lavora deve poterlo fare nel migliore dei modi. Per questo vogliamo dare ai medici dell'emergenza urgenza un ruolo primario, una prospettiva e un futuro sempre più avvincente in questo campo".

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