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Ciao Beppe, mi hai mostrato con il tuo esempio come raccontare lo sport

Ho seguito il mio primo evento, il mondiale di trial ad Aprica nel 2004, proprio con lui a farmi da maestro e da guida. Solo pochi giorni fa abbiamo ricordato insieme quei momenti

Ci siamo incontrati giusto la settimana scorsa, in centro e come al solito è stato un piacere scambiare due chiacchiere con te. Sempre gentile, sorridente, di buon umore, abbiamo un pò parlato del Sondrio Calcio. Anche tu, come me eri pronto a tornare alla Castellina, a seguire da vicino i colori biancazzurri per i quali tanto, negli anni scorsi, abbiamo lavorato insieme.

"Tu, Giuseppe (perchè sì, ci accomunava anche il nome) cronaca della partita e mister, tu, Beppe, giocatori e mister avversari" ci dicevano dalla redazione ed eccoci pronti la domenica, fianco a fianco nella zona degli spogliatoi a raccogliere le impressioni di chi era appena stato in campo. 

Poi, proprio mentre parlavamo di Sondrio, ho notato quel gilet, lo indossavi spesso, della prova dei Mondiali di Trial ad Aprica del lontano luglio 2004 e allora mi è venuto in mente quel giorno in cui tu, caro Beppe, mi hai tenuto a battesimo nel mondo del giornalismo sportivo.

Tu, giornalista esperto, conosciuto e ben voluto da tutti, io ragazzino alle prime armi, insicuro, pieno di dubbi. Quel giorno mi hai letteralmente preso per mano, mi hai riempito di consigli, mi hai spiegato come muovermi e, generoso com'eri, nel lavoro come nella vita, mi hai anche dato la possibilità di intervistare in prima persona i vincitori della gara, anche se per esperienza e bravura sarebbe certamente toccato a te.

Te l'ho detto, che quel giorno di luglio 2004 me lo ricordavo ancora bene, e tu hai sorriso e, anche se ora, lo ammetto, non ricordo bene, sono certo che mi hai fatto una delle tue solite battute.

Non pensavo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui ti avrei visto. Sarà brutto non vederti più alla Castellina, non averti a fianco alle conferenze stampa, non parlare con te di sport e non solo. Mancherai Beppe, a noi colleghi giornalisti e al mondo dello sport locale. Cercherò di fare sempre bene il mio lavoro, di raccontare lo sport con serietà e, insieme, con "leggerezza" e di mettere sempre al centro gli atleti, i veri protagonisti degli eventi che tu eri tanto bravo a raccontare. Cercherò di fare tutto questo come tu mi hai insegnato, con l'esempio, a partire da quel giorno di luglio ad Aprica e poi per molti e molti anni a seguire.

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